CARRARA – “Le osservazioni del Comitato Salute Pubblica sull’ambulatorio presso la Pubblica Assistenza di Marina di Carrara sono fondate: sollevano questioni che vanno ben oltre il caso locale: il futuro del servizio sanitario pubblico e la qualità dell’informazione”. A parlare è una voce nota sul territorio: la professoressa Florida Nicolai oltre a essere ambientalista e conosciuta per aver fatto sue battaglie ecologiste importanti dalle Apuane al verde pubblico, questa volta entra nel merito della questione legata al punto di Primo Soccorso marinello di recente finito nel mirino di un comunicato del Comitato Salute Pubblica. In questo contesto e nella difesa della sanità nazionale pubblica e contro ogni sanità privata, era intervenuta anche Rifondazione Comunista allo scopo di richiamare all’unità di intenti tutti gli attori della sinistra e a difesa dagli attacchi ricevuti dalla dottoressa Rigoletta Vincenti perché non si creasse disgregazione all’interno della compagine di sinistra .
“La Pubblica Assistenza – riflette la professoressa – offre un servizio a quanto pare efficace per piccole urgenze, alleggerendo il Pronto Soccorso, ma non va dimenticato che si tratta di prestazioni a pagamento, non di volontariato: i cittadini pagano per servizi che dovrebbero essere garantiti dal Ssn e questo, purtroppo, normalizza l’idea che l’accesso alle cure – anche quelle minori – non sia più un diritto universale, ma un costo individuale. Il Comitato ricorda opportunamente che a Carrara e ad Avenza erano stati promessi presidi pubblici di primo soccorso dal 2016 che non sono stati realizzati. La guardia medica turistica è sparita da anni. Pertanto, la Pubblica Assistenza riempie un vuoto, ma questo non dovrebbe essere necessario. C’è il rischio concreto che, invece di colmare le carenze, si scarichino progressivamente servizi essenziali sul privato (anche se no-profit). E la stampa come racconta la cosa? Alcuni articoli hanno celebrato con toni trionfalistici e assolutamente acritici il “fenomeno” Pubblica Assistenza senza sottolineare, come dovuto, che si tratta di un servizio privato a pagamento; senza evidenziare che nasce da un fallimento delle istituzioni, in questo modo contribuendo a diffondere l’idea che “il privato risolve meglio del pubblico”, senza interrogarsi sul perché il pubblico non funzioni. Così facendo, si oscura la vera domanda sul perché l’ASL non potenzia i servizi e dove sono i presidi promessi. Purtroppo, ciò che accade a Marina di Carrara è un microcosmo di una crisi nazionale:
– i medici di base sono privati convenzionati, ma sempre meno accessibili.
– la medicina territoriale è stata progressivamente smantellata.
– “out of pocket” (la spesa sanitaria diretta dei cittadini) cresce ovunque: dai centri diagnostici nei centri commerciali, ai poliambulatori privati, fino a questi presidi di “primo intervento leggero”.
Quindi, non siamo di fronte a un’eccezione locale: è purtroppo il segno di una deriva: chi può pagare accede a prestazioni rapide; chi non può resta in coda o rinuncia alle cure. Da anni si tagliano risorse alla sanità: l’Italia spende meno della media europea, mentre cresce la spesa in altri settori (militari, grandi opere). Il SSN non è “insostenibile”: è reso insostenibile da scelte politiche precise. La domanda che la stampa dovrebbe porre e che tutti dovremmo porci è se vogliamo ancora una sanità pubblica, universale e gratuita. Diversamente, stiamo già accettando una sanità a due velocità: un welfare ridotto all’osso per i più, e un accesso rapido ma a pagamento per chi può. Ciò che fa la Pubblica Assistenza è utile, ma non può diventare un modello da celebrare. È un campanello d’allarme per il sistema sanitario pubblico che arretra, mentre il privato avanza. I giornalisti devono smettere di spacciare per volontariato ciò che è un servizio privato, e interrogare le istituzioni. Le istituzioni devono colmare le carenze promesse e rafforzare il Ssn.
I cittadini non devono adattarsi a soluzioni tampone, ma pretendere il diritto alla salute, perché la posta in gioco non è un ambulatorio a Marina, ma il futuro della sanità pubblica in Italia”.