Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida in un’intervista al Foglio ha commentato la recente decisione di Orazio Schillaci, ministro della Salute, di sciogliere il NITAG, il Gruppo Tecnico Consultivo Nazionale sulle Vaccinazioni, un organismo indipendente composto da esperti con il compito di dare pareri scientifici sui vaccini e consigli sulle politiche vaccinali. Appena pochi giorni prima della decisione di Schillaci, al NITAG erano stati nominati due medici noti per avere espresso pubblicamente opinioni scettiche sui vaccini contro il COVID-19 e sui vaccini pediatrici in generale. La loro nomina, da cui si era dissociato lo stesso Schillaci, aveva creato grosse polemiche, e spinto decine di migliaia di medici e scienziati, tra cui il premio Nobel Giorgio Parisi, a firmare un appello per chiederne la rimozione.
Lollobrigida, prendendo un po’ le distanze dalla decisione di Schillaci e facendo riferimento al NITAG, ha detto al Foglio che «gli organismi plurali servono a contenere idee differenti», e poi ha aggiunto:
La storia insegna che non sempre il pensiero scientifico dominante è quello giusto. Lo è statisticamente, ma lasciare spazio a tesi diverse e non soffocarle è la strada maestra.
Schillaci ha deciso di sciogliere il NITAG in autonomia e senza consultare il governo, e per questo è stato criticato da una parte dei partiti che compongono la maggioranza, mentre quelli di opposizione hanno apprezzato la scelta. Schillaci non è membro di alcun partito ed è uno dei “tecnici” scelti da Fratelli d’Italia al tempo della formazione del governo: è medico ed è stato rettore dell’università Tor Vergata. Sembra sia stato lo stesso Lollobrigida a indicarlo, visto che i due si conoscono da molto tempo.
Di recente Lollobrigida aveva difeso Schillaci sulla vicenda del cosiddetto scudo penale per i medici. All’inizio di agosto il ministro della Salute aveva infatti presentato al Consiglio dei ministri una bozza di disegno di legge che prevedeva di escludere dai casi penalmente perseguibili tutti quelli che non riguardavano una fattispecie di colpa grave, o nei quali i medici avessero seguito i protocolli sanitari ordinari e le linee guida previste. Giorgia Meloni aveva però deciso di rinviare la decisione sulla proposta, sostenuta da altri ministri: ma non da Lollobrigida, che era invece intervenuto per difendere la bozza e lo stesso Schillaci.
Ora però, nota il Foglio, qualcosa dev’essere cambiato. Finora Schillaci aveva evitato di entrare in conflitto con la maggioranza «anche a costo di prendere posizioni anti scientifiche», come ha scritto di recente Il Manifesto, accettando ad esempio la decisione del governo di astenersi su un importante voto all’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che riguardava il testo dell’Accordo sulle pandemie, un testo vincolante che serve a coordinare la risposta dei vari paesi a un’eventuale futura pandemia. Sui vaccini e sul NITAG, però, Schillaci non si è allineato anche per la pressione della comunità scientifica e delle associazioni di categoria di cui fa parte, che gli avevano ricordato come essere medici significasse anche rispettare le evidenze scientifiche.