Il Dipartimento del Commercio Usa ha pubblicato un elenco di oltre 400 prodotti di uso quotidiano che da lunedì 18 agosto sono soggetti ai dazi previsti per acciaio, alluminio e i loro derivati: il caos applicazione

Si allunga la lista dei prodotti soggetti ai dazi del 50% imposti dall’amministrazione Trump sulle importazioni di acciaio e alluminio. Lo U.S. Customs and Border Protection a Ferragosto ha pubblicato un elenco di oltre 400 prodotti di uso quotidiano, il cui contenuto di acciaio e alluminio dall’altro ieri è soggetto alle tariffe del 50%. 

Dai seggiolini alle moto

Il nuovo elenco comprende condizionatori, mobili per ufficio, coltelli e generatori. Ma anche motociclette, bulldozer , vagoni ferroviari, attrezzature per la movimentazione merci, seggiolini per bambini, stoviglie e prodotti per la cura della persona confezionati in contenitori o imballaggi metallici. Non è ancora chiaro se le tariffe verranno applicate anche ai prodotti che erano già in viaggio verso gli Usa prima dell’entrata in vigore delle nuove regole. Per il sottosegretario Usa al Commercio per l’industria e la sicurezza, Jeffrey Kessler, l’azione «blocca le vie di elusione, sostenendo la continua rivitalizzazione delle industrie americane dell’acciaio e dell’alluminio».



















































L’impatto sui prezzi alla produzione

Applicare le tariffe non sarà banale, perché presuppone che per ogni prodotti si determini quanto acciaio o alluminio è contenuto in quel dato articolo. Le aziende americane del settore hanno applaudito la decisione della Casa Bianca, invece gli importatori e le imprese di logistica avvertono che il sistema di applicazione dei dazi sta diventando così complesso da essere ingestibile anche per gli addetti ai lavori e per i doganieri. «Secondo i miei calcoli, i dazi su acciaio e alluminio ora incidono su almeno 320 miliardi di dollari di importazioni, sulla base del valore doganale generale delle importazioni del 2024», ha scritto su LinkedIn Jason Miller, professore di supply chain management presso la Michigan State University. «Questo aggiungerà ulteriori pressioni inflazionistiche sui prezzi alla produzione che sono già in crescita, come è emerso dai dati di luglio dell’indice dei prezzi alla produzione».

20 agosto 2025