Presentato alla Berlinale, scritto e diretto da Petra Volpe e interpretato dalla bravissima Leonie Benesch, mescola stilemi dei medial e cinema d’autore. Ecco perché dovreste vedere L’ultimo turno, nei cinema italiani da oggi 20 agosto distribuito da BIM Distribuzione.
A dispetto del lavoro che faccio, e della debordante quantità di informazioni promozionali che precedono l’uscita di un film, entrare in sala sapendo in minimo possibile di quello che sto per vedere non è solo un mio piacere personale, ma il modo migliore per essere sorpresi, e forse pure per godersi una proiezione. Quando alla scorsa edizione della Berlinale, dove è stato presentato in prima mondiale, sono entrato in sala per vedere L’ultimo turno, ne sapevo davvero poco.
Sapevo che a dirigerlo era stata una regista svizzera (ma residente negli USA) di nome Petra Volpe e che era descritto come una sorta di thriller ambientato in un ospedale. Soprattutto, però, sapevo che la protagonista era l’attrice tedesca Leonie Benesch; il che era da solo un motivo sufficiente per andare al cinema.
Nata a Amburgo nel 1991, Leonie Benesch era sostanzialmente una sconosciuta quando Michael Haneke la scelse per il primo ruolo che le è valso attenzione e riconoscimenti, quello della giovane Eva in Il nastro bianco, Palma d’Oro al Festival di Cannes del 2009. Perché però la carriera di Leonie decollasse davvero, e il mondo si rendesse pienamente conto del suo talento, quel talento che oggi la pone ai vertici del cinema europeo, sono passati però quasi altri dieci anni. Si è dovuta aspettare la serie Babylon Berlin di Tom Tykwer (in cui Benesch è Greta Overbeck), il film Lezioni di persiano di Vadim Perelman e soprattutto il notevolissimo La sala professori, il film di İlker Çatak che le ha regalato il primo ruolo da protagonista assoluta: quello di una giovane insegnante idealista che si trova a dover fare brutalmente i conti con le contraddizioni del sistema scolastico, della società tutta e del suo stesso idealismo.
In qualche modo, in questo nuovo film, al cinema dal 20 agosto, Leonie Benesch (che si conferma bravissima) interpreta un ruolo in qualche modo simile: non è un’insegnante ma un’infermiera, e questa la sua professione la affronta comunque con una dedizione sincera e totalizzante che finirà per portare alla luce una serie di questioni che riguardano sia lei che, ancora di più, la situazione in cui versa oggi il settore dei paramedici e della sanità in maniera particolare.
L’ultimo turno: il trailer e la trama
L’Ultimo Turno: Il Trailer Ufficiale Italiano del Film – HD
L’infermiera Floria lavora con passione e professionalità nel reparto di chirurgia di un ospedale. Ogni suo movimento è perfetto. È sempre in ascolto di tutti i pazienti, anche nelle situazioni più stressanti, e si rende sempre disponibile, facendo fronte a ogni emergenza. Ma nella cruda realtà della sua routine quotidiana, in un reparto sovraffollato e a corto di personale, spesso le situazioni sono imprevedibili. Floria si prende cura, fra tanti altri, di una giovane madre gravemente malata e di un anziano signore che attende con apprensione la sua diagnosi. Via via che la notte avanza, il suo lavoro assume sempre più i contorni di una corsa contro il tempo.
Quello di Petra Volpe, come ho scritto mesi fa nella recensione del film, è un curioso ma riuscito e avvincente incrocio tra una puntata di un serial medical in stile E.R. e un film d’autore che si pone (anche) l’obiettivo di parlare di una situazione sempre più critica, che non riguarda solo la Svizzera, né il numero sempre minore di infermieri a disposizione degli ospedali e dei pazienti, ma più in generale quella che riguarda la sanità pubblica in numerosissimi paesi europei. Perché in un mondo in cui l’età media avanza costantemente e le società diventano sempre più anziane, e in cui le malattie sembrano essere spesso in drammatica crescita, le indignazioni generali, quelle che passano sui social e durano il tempo di una card di Instagram, riguardano di tutto e di più ma non (più) diritti basilari come quello alla salute.
Ecco cosa ha dichiarato la regista e sceneggiatrice sulle tematiche di questo film:
Il tema della cura mi interessa da molti anni. Per un lungo periodo di tempo ho vissuto insieme a un’infermiera e ogni giorno sono stata testimone di quello che lei sperimentava sul lavoro, nel bene e nel male, e che in gran parte dipendeva dalle situazioni che diventavano sempre più proibitive. A mio parere dovrebbe essere una professione che la nostra società dovrebbe tenere in grandissima considerazione e rispettare profondamente. Gli operatori socio-sanitari si prendono cura di noi quando siamo malati e anziani, quando siamo estremamente vulnerabili. Ogni giorno si assumono una responsabilità enorme. Per questo ho voluto fare un film che celebra questa professione.
Grazie alla precisione con cui Volpe ha ricreato le dinamiche ospedaliere, e alla passione concentrata e silenziosa di Leonie Benesch, L’ultimo turno è un film che appassiona, diverte (sì, ci sono dei momenti di leggerezza, grazie al cielo) e che – non poteva essere altrimenti – finisce anche col commuovere. Con la forza delle sue idee, con quel pizzico di giusta e necessaria retorica, con un montaggio finale accompagnato da quella canzone meravigliosa e da pelle d’oca che è “Hope There’s Someone”, cantata da una delle voci più incredibili dei nostri tempi, quella dell’artista che oggi si fa chiamare Anohni.