Liste d’attesa sempre più lunghe, carenza di personale e reparti sotto pressione: il Servizio sanitario nazionale soffre e affronta da anni sfide che incidono direttamente sulla possibilità dei cittadini di accedere a esami e visite preventive. Ed è proprio in questo contesto che è arrivato l’ultimo annuncio che poco è piaciuto agli utenti: la mappatura dei nei non è più garantita come prestazione autonoma dal Ssn.

Gli europei vivono di meno: mancano sanità pubblica e prevenzione

Mappatura nei: dal ticket al privato, come cambia l’accesso

Fino al 2024, infatti, la mappatura dei nei poteva essere richiesta tramite il medico di base, pagando solo il ticket. Con l’aggiornamento dei Lea, Livelli essenziali di assistenza, entrato in vigore quest’anno, la situazione è cambiata: oggi la valutazione dei nei rientra esclusivamente nella prima visita dermatologica prescritta dal medico curante. Ciò significa che, non si tratta di una cancellazione totale, ma di un ridimensionamento della prestazione, riservando l’accesso gratuito ai casi ritenuti clinicamente rilevanti.

Il caso Veneto e la polemica politica

La novità è stata al centro di un dibattito in Veneto, dove alcuni medici hanno segnalato la scomparsa delle impegnative per la mappatura. La denuncia di Giuseppe Palmisano, segretario regionale della Fimmg, la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, ha scatenato un acceso scambio politico. Le opposizioni hanno accusato la Regione di voler limitare i controlli, mentre la giunta ha chiarito che la decisione è nazionale, decisa dal governo alla fine del 2024. Il nodo non riguarda quindi solo il Veneto: la nuova disposizione vale per tutte le Regioni italiane, anche se ogni Asl potrà applicarla con leggere differenze operative.

Per fare una visita di controllo bisognerà rivolgersi al privato (Getty Images)

Le ragioni della modifica

Ma perché eliminare una prestazione così raccomandata dai dermatologi? Le motivazioni ufficiali sono due: la prima riguarda l’evidenza scientifica che, secondo le valutazioni del Ministero della Salute, sono limitate. La seconda riguarda, invece, la gestione delle risorse pubbliche: ovvero, la restrizione serve a contenere la spesa e a liberare posti negli ambulatori, indirizzando le risorse verso i casi più urgenti.

Cosa cambia per i pazienti

Le conseguenze pratiche per i pazienti, però, sono tangibili:

  • Controlli preventivi non più gratuiti: chi desidera monitorare i propri nei senza avere sintomi dovrà rivolgersi al privato, con costi medi tra i 100 e i 200 euro.
  • Accesso tramite medico di base: solo se il medico curante individua lesioni sospette potrà prescrivere la prima visita dermatologica, nella quale il dermatologo deciderà se effettuare anche la mappatura.
  • Ticket contenuto: per chi rientra nei criteri clinici, la visita pubblica costa 25,40 euro.
  • Gestione dei controlli successivi: una volta preso in carico dal dermatologo, sarà lo specialista a definire la frequenza delle verifiche.

Il rischio di un’Italia a due velocità

La normativa nazionale lascia margini di discrezionalità alle singole Regioni e Asl nella gestione delle visite dermatologiche e della mappatura dei nei. Questo significa che, a seconda del territorio in cui si vive, l’accesso alle prestazioni preventive può cambiare significativamente: in alcune aree i pazienti potrebbero continuare a ricevere controlli più regolari, mentre in altre dovranno rivolgersi al privato o affrontare tempi di attesa più lunghi. Il risultato concreto non sarà altro che quello di un’Italia a due velocità, dove la possibilità di prevenire tempestivamente eventuali problemi cutanei, non dipenderà più solo dalle esigenze cliniche, ma anche dal luogo di residenza. Cosa che, in parte, succede già.