Anche la Formula 2, come la F1, è in ferie. Il campionato cadetto ha mandato in archivio 9 delle sue 13 tappe e, al momento, la classifica generale è comandata dall’italiano Leonardo Fornaroli, le cui performance sono migliorate sensibilmente nelle ultime settimane. A certificarlo ci sono le vittorie nelle Sprint Race di Silverstone e Spa-Francorchamps, a cui ha fatto seguito il successo nella Feature Race dell’Ungheria.

Classe 2004, lo scorso anno si è laureato campione in F3 grazie alla propria solidità di rendimento (ha conquistato il titolo senza primeggiare in alcuna gara). Per questa stagione è stato ingaggiato dal Team Invicta Racing per sostituire Gabriel Bortoleto, nel frattempo entrato in F1 con Sauber, dimostrandosi all’altezza della situazione.

James Robinson, amministratore delegato della struttura britannica, ha rilasciato un’intervista alla versione anglofona di motorsport.com, nella quale ha parlato appunto del suo pilota, a suo modo di vedere misconosciuto e inspiegabilmente ignorato dai Team di Formula 1. Ecco gli stralci più interessanti delle sue dichiarazioni.

“Per il secondo anno consecutivo, abbiamo ingaggiato il vincitore del Campionato di F3 e, ovviamente, le aspettative erano alte. L’anno scorso abbiamo lavorato con Bortoleto, che ha mostrato subito di valere la F1.

Non voglio fare troppi parallelismi con Gabriel, ma la crescita di Fornaroli è stata altrettanto rimarchevole. Lo scorso anno Bortoleto fece un netto passo avanti fra Melbourne e Imola. Leonardo ci ha messo un po’ di più, ma ha effettuato il salto di qualità fra Silverstone e il Red Bull Ring. Ora ne stiamo vedendo i frutti.

L’abilità unica di Leonardo è quella di essere concreto, solido, di non commettere errori. È molto consistente. Forse se ne parla poco sui media perché non fa mosse spettacolari in pista o stupidi balletti sul podio, ma è incredibilmente efficace. Lo abbiamo visto nella Sprint Race di Spa e nella Feature race di Hungaroring, nelle quali ha realizzato giri veloci in serie.

Non riesco a capire perché Fornaroli non sia cercato da nessuna squadra di F1. Lui non lo dirà mai, perché è concentrato sul campionato di F2, dunque lo dico io. Trovo stupefacente che piloti dietro di lui in classifica siano nelle Academy dei Team di Formula 1, mentre lui non abbia alcun legame con nessuno.

Se si cerca un pilota in grado di sviluppare un’auto, allora serve un pilota consistente e solido, che possa fornire dati comparabili giro dopo giro. Leonardo lo fa meglio di chiunque altro nella Formula 2 attuale. Se un Team di Formula 1 lo ingaggiasse in questo momento, sono sicuro che farebbe l’affare del secolo”.

Sicuramente una valutazione di parte, quella di Robinson, atta a promuovere un “proprio cavallo”. Cionondimeno, il manager britannico ha lanciato un interessante tema di discussione. Di Fornaroli si parla molto poco e, soprattutto, non è legato alcun Team di F1, a differenza dei vari Jak Crawford (Aston Martin), Luke Browning (Williams), Alex Dunne (McLaren), Pepe Martì e Arvid Lindblad (Red Bull). Tutti piloti che lo inseguono in classifica generale.

Quali possano essere le sue prospettive è un argomento nebuloso. Per il momento si cimenta in Formula 2 e cercherà di diventare il primo italiano a vincere il campionato cadetto alla massima categoria dai tempi di Davide Valsecchi, impostosi nel 2012 quando ancora si trattava di GP2.