Home > Politica > Caso Schillaci, Salvini: “Dimissioni? No ma avere dubbi su vaccini è buonsenso”
Il vicepremier torna ad attaccare la decisione del Ministro della Salute
Chiedete le dimissioni del ministro della Salute, Orazio Schillaci, dopo il caso Nitag (della Commissione Vaccini)? “No. Lo dico io da ministro: è come se io avessi nominato una commissione da me firmata, con dei membri da me scelti, e dopo tre giorni mi fossi autoazzerato la commissione da me scelta. Avrei un problema in casa, evidentemente, quando si parla della salute”. Lo ha detto il vicepremier, ministro delle Infrastrutture e dei trasporti e leader della Lega, Matteo Salvini, a margine di un sopralluogo alle case Aler di via Bolla, a Milano.
“Poi leggevo oggi un’intervista interessante di uno di questi due professori e medici che non stanno simpatici a qualcuno, non sono no vax, semplicemente chiedono che vengano calcolati tutti i benefici, che ci sono nei vaccini e anche eventuali controindicazioni. Dirsi dubbiosi sull’obbligo vaccinale che non c’è nella maggior parte dei Paesi europei non penso sia antiscientifico, penso sia di buonsenso“, ha aggiunto.
Cosa era successo alla Commissione Vaccini nominata da Schillaci
Il ministero della Salute ha fatto marcia indietro sulla nomina dei membri del Gruppo Tecnico Consultivo Nazionale sulle Vaccinazioni (Nitag). Il titolare del dicastero, Orazio Schillaci, ha infatti firmato sabato il decreto di revoca che riguarda tutti i componenti della commissione, ritenendo necessario avviare un nuovo procedimento di nomina dei suoi membri al fine di coinvolgere tutte le categorie e gli stakeholder interessati. Schillaci pone fine in questo modo alle polemiche sollevatesi nei giorni scorsi a seguito dell’inclusione nel gruppo di due esponenti con posizioni contrarie al vaccino.
I nomi al centro delle polemiche
I nomi che avevano innescato forti perplessità nei confronti del Gruppo erano stati quelli del veronese Paolo Bellavite e del pediatra Eugenio Serravalle. La loro presenza aveva portato prima alla rinuncia alla nomina da parte dalla dirigente del Dipartimento prevenzione della Regione Veneto, Francesca Russo, e quindi alla mobilitazione di esperti, con una lettera di protesta e una petizione che aveva raccolto oltre 16mila firme, incassando anche il sostegno da parte del Premio Nobel per la fisica, Giorgio Parisi.