Effetto Red Bull

Nel corso degli anni il team Red Bull – e la sua squadra affiliata, da Toro Rosso a Racing Bulls – si è fatta la nomea di ‘scuderia mangia-piloti’. Il colosso austriaco infatti è diventato celebre per le opportunità date a giovanissimi talenti che poi hanno fatto le fortune del team – Sebastian Vettel e Max Verstappen su tutti – ma anche per aver prima messo in macchina e poi silurato senza pietà tanti altri giovani piloti che non erano stati subito in grado di ottenere grandi risultati.

Dietro pressoché alla totalità di queste scelte – che si tratti di promozione o bocciatura – c’è l’eminenza grigia del team Red Bull, quell’Helmut Marko che ha fatto e disfatto innumerevoli carriere, diventando per alcuni artefice del massimo successo, per altri incubo sportivo e autentico tagliatore di teste.

Marko non ci sta

Tra le ultime ‘vittime’ di Marko ci sono stati Liam Lawson, retrocesso in questo 2025 dalla Red Bull alla Racing Bulls dopo appena due GP e dopo aver fatto il percorso inverso in inverno, e Nyck De Vries, la cui carriera nel Circus è durata appena dieci gare nel 2023, prima di essere accompagnato alla porta senza troppi complimenti. Intervistato in una recente puntata del podcast di F1-Insider però, l’82enne consulente austriaco ha rivendicato le proprie decisioni e il proprio ‘metodo’.

“Resto convinto delle decisioni prese. Bisogna tenere presente che oltre il 95% dei piloti che non sono rimasti nel nostro gruppo continuano comunque a correre in Formula E, nel WEC, nel DTM o altrove“ ha dichiarato Marko, ribadendo che comunque tutto il percorso di formazione ‘fornito’ dalla Red Bull è utile per la carriera dei piloti anche una volta che proseguono altrove la loro carriera.

“Guadagnano bene, molto più di quanto potrebbero probabilmente guadagnare in una professione civile, e poi fanno ciò che amano. E tutto questo è possibile principalmente grazie al nostro coinvolgimento. La Formula 1 è il massimo e richiede non solo talento, ma anche caratteristiche speciali e una certa forza, sia mentale che fisica”, ha concluso Marko.