A volte, tutto ciò di cui abbiamo bisogno è un bel film straziante che ci permetta di sfogare tutte le nostre emozioni. Ancora meglio se tratto da una storia vera, una caratteristica che aggiunge pathos e dramma, permettendoci di empatizzare al massimo con le vicende dei personaggi. Se è questo ciò di cui avete bisogno stasera, su Netflix c’è un documentario sconvolgente che vi toglierà il fiato, mettendovi davanti a una storia vera di incredibile sofferenza e crudeltà.

Si tratta di Tell Me Who I Am, film del 2019 diretto e prodotto da Ed Perkins e arrivato su Netflix con il plauso della critica e del pubblico. L’opera è ispirata al libro dei fratelli Alex e Marcus Lewis e si suddivide in tre atti che raccontano la loro terribile vicenda. La storia comincia nel 1982, quando Alex si sveglia dopo essere stato in coma per tre mesi a causa di un incidente in moto. L’uomo ha perso completamente la memoria e ricorda soltanto una cosa: il volto del fratello gemello Marcus.

Alex torna a casa con i suoi familiari e cerca faticosamente di riprendere una vita che non riconosce più come propria. Dato che non ricorda nulla né di sé né dei suoi cari, Marcus diventa il suo unico tramite con il mondo, una vera e propria guida che gli permette gradualmente di tornare alla “normalità”. Oltre a re-imparare a svolgere azioni semplici come mangiare, guidare o andare al lavoro, Alex conta sul fratello anche per riempire i suoi vuoti di memoria riguardo al passato, alle sue conoscenze, al suo carattere e alle sue abitudini.

Gli anni passano, e Alex continua a dipendere da Marcus, senza mai chiedersi come mai i due vivano quasi in simbiosi, separati dal resto della famiglia. Ma il castello di carte crolla quando muore la loro madre. Alex trova infatti una foto d’infanzia insieme al fratello, in cui però i due bambini compaiono nudi dal collo in giù, con le teste tagliate via da un colpo di forbici. In lui inizia quindi a crescere il sospetto che Marcus non abbia raccontato tutta la verità sul suo passato, e che ci sia un segreto molto più grande – e molto più oscuro – dietro la sua misteriosa perdita di memoria. 

Girato in uno studio semplice e spoglio, il film si concentra in particolare sul confronto tra i due fratelli, che avviene per la prima volta davanti alle telecamere. Il regista Ed Perkins, infatti, ha spiegato che nel libro pubblicato dai gemelli Lewis nel 2013 erano stati omessi dei devastanti dettagli, che costituiscono la grande rivelazione dell’atto finale del documentario. Per far sì che Alex e Marcus accettassero di girare quelle scene ci sono voluti quattro anni, durante i quali il regista ha stretto un legame con loro, conquistando la loro fiducia e comprendendo fino a che punto «Marcus non avesse dato al fratello le risposte di cui aveva realmente bisogno».

Un segreto e un dolore che Perkins ha scelto di affrontare con rispetto e autenticità, mai con spettacolarizzazione. Il risultato è un film che la critica ha definito «potente», «emozionalmente straziante» e «duramente reale». Un percorso di confronto, elaborazione e guarigione, in cui la verità emerge con un impatto emotivo devastante.

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