Al Centro di Riferimento Oncologico (CRO) di Aviano prende forma il bunker che ospiterà la Protonterapia, la tecnologia più avanzata nell’ambito della radioterapia oncologica di precisione. Una struttura monolitica in calcestruzzo armato accoglierà infatti il cuore di questo sistema capace di colpire con estrema accuratezza le cellule tumorali, riducendo al minimo i danni ai tessuti sani circostanti.
Una tecnologia d’eccellenza
Diversamente dalla radioterapia convenzionale, che utilizza raggi X ad alta energia, la Protonterapia sfrutta protoni in grado di irradiare il tumore in modo mirato, con minori effetti collaterali e un ridotto rischio di sviluppare neoplasie secondarie. Si tratta di un’opzione particolarmente indicata nei casi pediatrici e nelle recidive, dove i tessuti sono già stati sottoposti a radioterapia tradizionale.
Tra le patologie che potranno beneficiare del trattamento figurano tumori cerebrali, neoplasie della base cranica, retinoblastomi, linfomi mediastinici e sarcomi, oltre ad altre forme localizzate in aree critiche come cervello, cuore e midollo spinale. Il centro di Aviano potrà trattare fino a 240 pazienti all’anno, per un totale di circa 3.600 sedute.
Il cantiere e l’investimento
L’opera ha un valore complessivo di 38,5 milioni di euro, finanziati grazie a fondi regionali, risorse proprie dell’IRCCS e donazioni private, comprese quelle derivanti dal 5 per mille. L’appalto, assegnato in lotto unico per garantire la massima integrazione tra struttura e apparecchiature, è stato affidato al raggruppamento d’imprese composto dalla belga IBA – Ion Beam Applications e dalla bolzanina Bettiol srl.
I lavori sono partiti a settembre 2024 e procedono secondo cronoprogramma: al momento sono in corso le opere strutturali. L’installazione del ciclotrone, l’acceleratore che produce e spinge i protoni, è prevista per maggio 2026, seguita dal montaggio del gantry, il braccio rotante che indirizza il fascio di particelle. L’entrata in funzione clinica della Protonterapia è attesa entro la fine del 2027.
Il nuovo edificio sarà collegato all’attuale Oncologia radioterapica tramite un corridoio interrato e comprenderà due aree: il bunker su due livelli, dedicato alle apparecchiature e ai trattamenti, e una zona sanitaria di tre piani con spazi per accoglienza, attività cliniche e servizi di supporto.
Formazione e ricerca
Parallelamente al cantiere, procede la formazione dell’équipe multidisciplinare che dovrà gestire la tecnologia: oncologi radioterapisti, fisici medici, tecnici di radiologia e infermieri stanno seguendo corsi di specializzazione in Italia e all’estero.
In qualità di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, il CRO affiancherà all’attività clinica progetti di ricerca, in sinergia con la rete nazionale ed europea dei centri di Protonterapia. L’obiettivo è valutare nuove applicazioni terapeutiche, anche in combinazione con immunoterapie e trattamenti molecolari mirati, e individuare i pazienti che possano trarne maggiore beneficio.
“Una tecnologia accessibile a tutti”
«Il CRO di Aviano – sottolinea Maurizio Mascarin, direttore dell’Oncologia radioterapica – si conferma all’avanguardia nella ricerca e nelle cure oncologiche, con l’impegno di offrire ai pazienti del Nordest e dell’intero territorio nazionale una tecnologia d’eccellenza accessibile a tutti, attraverso il servizio pubblico».
Con la nuova struttura, Aviano diventerà il primo istituto oncologico pubblico italiano dotato di Protonterapia e il quinto centro nel Paese a disporre di questa tecnologia, interamente integrata nel Servizio sanitario nazionale.
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