«Che cos’ha che non va?». Se lo chiedeva un mese fa un canale di informazione indiano, in un video scherzoso in cui venivano commentate le strane espressioni facciali della presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante gli incontri pubblici, spesso con capi di stato o di governo stranieri.

Il video aveva avuto una certa risonanza sui social network ma non era la prima volta che se ne parlava a livello internazionale: in questi giorni sta succedendo di nuovo (per esempio in Australia, nel Regno Unito e ancora in India, ma non solo) dopo l’incontro alla Casa Bianca organizzato da Donald Trump con Volodymyr Zelensky e i leader europei, sugli sviluppi della guerra in Ucraina. È stata un’altra delle occasioni in cui Meloni non si è risparmiata con le smorfie, e ha ripreso ad alimentare discussioni più o meno serie, più o meno divertite, sui media e sui social network.

Stavolta è stato notato in particolare il momento in cui Meloni ha sollevato gli occhi al cielo, in un’espressione che è parsa di disappunto, mentre il cancelliere tedesco Friedrich Merz parlava seduto accanto a lei. Merz stava sollecitando Trump a pretendere che il presidente russo Vladimir Putin accetti di rispettare un cessate il fuoco per dimostrare la sua disponibilità a negoziare una pace con l’Ucraina, prima ancora che venga organizzato un incontro per le trattative tra gli stessi Trump, Putin e Zelensky.

È naturalmente molto difficile dire se quello sguardo di Meloni fosse davvero espressione di un disappunto: i membri del suo staff suggeriscono sempre di non interpretare, o sovrainterpretare, espressioni estemporanee che sono spesso legate più al modo di fare di Meloni che non alla sua volontà di comunicare qualcosa di concreto.

Con i cronisti italiani, fin dagli anni in cui era solo la leader di un partito di opposizione, Fratelli d’Italia, Meloni ha sempre scherzato sul suo essere verace e un po’ istintiva nelle reazioni, perfino troppo. Ha spesso detto che anche sua madre l’ha talvolta rimproverata per certe sue pose poco aggraziate, e che il fatto sollevare gli occhi al cielo è un moto d’istinto che le viene fuori quando deve elaborare un pensiero o riflettere su cosa dire, e non l’espressione di un fastidio.

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Ma questo è appunto ciò che sanno i giornalisti che la seguono da più tempo e che un po’ conoscono i suoi modi. In Italia, quando Meloni ha mostrato smorfie plateali o ghigni particolarmente eloquenti, anche ora che è presidente del Consiglio e anche in parlamento, la cosa è stata raccontata quasi sempre in modo divertito, come un fatto di colore più che politico. Non si è insomma dato troppo valore a questi suoi atteggiamenti, se non per ribadire la sua veemenza nel mostrare contrarietà alle accuse dei suoi avversari anche senza parlare.

Le cose però sono un po’ cambiate quando la stampa estera ha iniziato a notare la frequenza e l’efficacia di queste marcate espressioni facciali di Meloni, perlopiù durante incontri internazionali di grande importanza, dove di solito i leader si sforzano di mantenere pose molto composte. Gli atteggiamenti di Meloni risultano curiosi, un po’ perché confermano lo stereotipo sul modo di fare degli italiani, tendenzialmente esuberante e perfino sbracato (e qui il modello a cui si pensa sempre è Silvio Berlusconi, coi suoi cucù, le sue corna, i suoi schiamazzi che indispettivano la regina Elisabetta, eccetera), e un po’ perché sono oggettivamente buffi, goffi o ironici a seconda dei casi e dei gusti dei singoli osservatori.

Giorgia Meloni durante la conferenza stampa fine lavori del G7 a Borgo Egnazia, il 15 giugno 2024 (Domenico Stinellis/AP Photo)

La scorsa estate durante il G7 di Borgo Egnazia, in Puglia, furono clamorose certe espressioni usate da Meloni nell’accogliere gli ospiti, e in particolare il premier britannico Rishi Sunak, al quale era legata da un rapporto di grande simpatia personale. Altrettanto notevoli furono gli sguardi astiosi riservati a Emmanuel Macron durante il rito di benvenuto alla cena di gala del G7 al castello svevo di Brindisi: in questo caso il malumore era evidente, motivato dalle tensioni che c’erano state nelle riunioni conclusive del summit tra Italia e Francia sulla questione del diritto all’aborto.

Un mese dopo, poco prima che iniziasse una riunione della NATO a Washington, a destare curiosità fu lo strabuzzare degli occhi della presidente del Consiglio, apparentemente spazientita dal ritardo del presidente americano Joe Biden.

Ad aprile del 2025 era di nuovo a Washington quando si trovò a parlare con Donald Trump nello Studio Ovale, e più che altro ad assistere alla sua lunga conferenza stampa sugli argomenti più vari. Anche in quel caso le smorfie fatte mentre Trump parlava di dazi diventarono argomento di interesse e di discussione.

Più di recente, a metà giugno, al G7 di Kananaskis, segnato dalle intemperanze di Trump, i giornali di varie nazionalità colsero invece il suo ormai noto eye roll, cioè il suo ruotare le pupille verso l’alto, mentre Macron le sussurrava qualcosa nell’orecchio, pochi istanti prima che iniziasse una sessione dei lavori con tutti i leader seduti al tavolo.

Passò una settimana, e di nuovo i suoi ghigni e le sue pose incuriosirono commentatori e giornalisti, diventando a quel punto un argomento interessante perfino per giornali che non si occupano di politica, ma di sport, come lo spagnolo Diario AS.

In questo caso, peraltro, le smorfie più eloquenti furono riservate ai giornalisti: a Meloni capita spesso, specie quando, come dicono dal suo staff, si sente un po’ assalita da una serie di domande ravvicinate, coi vari cronisti che alzano la voce per prevalere sui colleghi e ottenere la sua attenzione (accade del resto accade un po’ ovunque nei paesi occidentali in circostanze analoghe).

Spesso però da quegli sguardi stralunati di Meloni sembra trasparire più un certo fastidio o una certa insofferenza nei confronti dei giornalisti, che non la sua tensione. Lo ha del resto ammesso lei stessa parlando con Trump proprio lunedì scorso alla Casa Bianca, a margine dei colloqui sull’Ucraina, in un fuorionda che è stato molto ripreso e ha generato qualche polemica in Italia. «Io non voglio mai parlare con la mia stampa», aveva detto Meloni, scherzando sul fatto che invece Trump ami rispondere in continuazione alle domande dei giornalisti.