Salvini “salva” Schillaci, ma insiste: «No all'obbligo vaccinale»

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Matteo Salvini resta convinto che «al ministero della Salute qualcosa non va», come ha già detto martedì, e oggi è tornato a rappresentare le sue perplessità sull’azzeramento del Nitag, il gruppo consultivo nazionale per le vaccinazioni. Il vicepremier e capo della Lega ha ribadito la propria posizione sull’obbligo vaccinale e ha preso le difese dei due esperti selezionati dal ministro Orazio Schillaci sui quali è piovuta l’accusa di avere posizioni anti-scientifiche. «Leggevo un’intervista interessante di uno di questi due professori che non stanno simpatici a qualcuno. Non sono no-vax, semplicemente chiedono che vengano calcolati tutti i benefici che ci sono nei vaccini e anche eventuali controindicazioni – ha detto a margine di un sopralluogo alle case Aler di via Bolla, a Milano –. Dirsi dubbiosi sull’obbligo vaccinale, che non c’è nella maggior parte dei Paesi europei, non penso sia antiscientifico, penso sia di buonsenso». In ogni caso il vicepremier ha assicurato che non chiederà le dimissioni del titolare della Salute, pur rivendicando la sua contrarietà alla scelta di annullare il Nitag: «Lo dico da ministro: è come se io avessi nominato una commissione e dopo tre giorni l’avessi azzerata. Avrei un problema in casa».

Ovviamente, vista la posizione opposta dei forzisti, il centrosinistra continua a cavalcare il caso come un’efficace rappresentazione delle divisioni in maggioranza. «Il governo si occupa di sanità solo per provare a nominare gli amici no-vax nelle commissioni che si occupano di vaccini – attacca Elly Schlein –, ora che si è ravveduto inizi coi fatti a difendere il servizio sanitario nazionale». Per Marianna Ricciardi e Mariolina Castellone del M5s «le dichiarazioni di Salvini, insieme a quelle di alcuni autorevoli parlamentari di FI, raccontano di un esecutivo a brandelli». Mentre Daniela Ruffino di Azione ricorda che Salvini «è lo stesso che nel pieno della pandemia faceva pubblicità al vaccino Sputnik (quello russo, ndr)». Caustico Matteo Renzi: «Poiché Schillaci ha preso le distanze dai no-vax è stato duramente criticato da alcuni giganti del pensiero scientifico italiano: Lollobrigida e Salvini. Proprio non capisco perché questi due straordinari virologi siano costretti a occuparsi di agricoltura e infrastrutture e non siano messi in lizza per il Nobel per la Medicina».

Intanto i due medici del Nitag finiti nell’occhio del ciclone, Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite, rifiutano le accuse loro rivolte: «Siamo attaccati con illazioni obiettivamente infondate – scrive Bellavite in una lettera ad Avvenire – in particolare perché l’accusa di avere “posizioni antiscientifiche” è immotivata e lesiva della nostra immagine professionale e accademica». E ancora: «Sono un medico, ematologo, docente e ricercatore, con oltre 170 pubblicazioni su riviste scientifiche», di cui «molte recenti su argomenti attinenti alla immunologia». Infine: «Definirci “noti esponenti no-vax” è gravemente offensivo della nostra figura professionale».