Putin ha sentito Erdogan, nel pomeriggio i vertici Nato si riuniranno per discutere i prossimi passi. Intanto si pensa a Budapest per un possibile trilaterale con Zelensky

«Sono ottimista, devo esserlo». È con questi occhi, fiduciosi ma non troppo, che Donald Trump fa il bilancio del weekend lungo di trattative sulla guerra in Ucraina tra il bilaterale con Vladimir Putin e il vertice con i leader europei. «Di tutte le sei guerre che ho fatto cessare, questa credevo fosse la più facile e invece le cose sono complicate», ha ammesso in un’intervista concessa al Mark Levin Show. A gravare sulla presa d’acciaio del presidente americano è ovviamente la distanza dai fatti, tanto quanto le forze in campo: «C’è un oceano di mezzo».

La collaborazione con l’Ue: «È in grado di difendere l’Ucraina»

La speranza del tycoon, mentre dal cielo ucraino continuano a piovere bombe e droni russi a decine ogni notte, è trovare a stretto giro un accordo tra Usa e Volenterosi da mettere sul tavolo delle trattative con Volodymyr Zelensky e con il Cremlino. L’idea che nelle ultime ore sta prendendo quota è quella di un maxi pacchetto di investimenti in armamenti americani, che Kiev acquisterebbe con l’aiuto di finanziamenti europei e che dovrebbe fungere da deterrente per future aggressioni russe. «L’Europa è in grado di proteggere l’Ucraina», ha ribadito Trump, che però negli scorsi giorni non si è opposto alla partecipazione attiva dell’esercito americano a una eventuale difesa della sovranità di Kiev. Dal Cremlino, però, tuona il ministro degli Esteri Sergej Lavrov: «Inutile discutere di garanzie di sicurezza senza la Russia, è una strada che non porta da nessuna parte».

Putin sente Erdogan, la Nato si riunisce in vista delle trattative

Tutte le mosse ora sembrano andare in direzione del tanto chiacchierato trilaterale che dovrebbe ospitare allo stesso tavolo Donald Trump, Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin. Il leader del Cremlino nella giornata di oggi, mercoledì 20 agosto, si è sentito telefonicamente con l’omologo turco Recep Tayyip Erdogan per affrontare il nodo della guerra. Nel pomeriggio il Consiglio del Nord Atlantico, il principale organismo decisionale della Nato, si riunirà in una tavola rotonda.

Il pressing su Orban della Casa Bianca

Dopo la telefonata a Putin durante il vertice con i leader europei di lunedì scorso, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump avrebbe chiamato anche il primo ministro ungherese Viktor Orbán per esortarlo a togliere ogni ostacolo all’adesione dell’Ucraina all’Ue, secondo quanto riferito da Bloomberg, che cita fonti a conoscenza del dossier.

Durante la telefonata, l’Ungheria ha espresso la sua disponibilità a ospitare futuri negoziati tra il presidente russo Vladimir Putin e l’ucraino Volodymyr Zelensky a Budapest. Trump ha affermato che ci sarebbe stato un incontro tra Putin e Zelensky, ma che la sede non è ancora stata definita. Alla richiesta di Trump, l’ungherese ha risposto pubblicamente su Facebook. «L’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea non offre alcuna garanzia di sicurezza», ha scritto. «Pertanto, collegare l’adesione alle garanzie di sicurezza è inutile e pericoloso». 

Il trilaterale a Budapest? «Meglio di no, la storia ci insegna altrimenti»

L’idea di ospitare il trilaterale a Budapest non è stata accolta con favore dagli amanti della storia. «Forse no tutti lo ricorderanno, ma nel 1994 l’Ucraina ottenne già garanzie di integrità territoriale da Stati Uniti, Russia e Regno Unito. A Budapest. Forse sono superstizioso, ma questa volta proverei a trovare un altro posto», ha scritto in un post su X il premier polacco Donald Tusk. Trentuno anni fa, infatti, proprio nella capitale ungherese venne siglato il Memorandum con cui Russia, Usa e Regno Unito garantirono sicurezza e integrità territoriale a Kiev in cambio della sua rinuncia all’arsenale militare ereditato dall’Unione sovietica. Inutile dire che quei termini furono violati due volte da Putin, prima nel 2014 con l’invasione della Crimea e poi nel 2022 con l’operazione di larga scala.