La Williams è da tempo proiettata al 2026, stagione che il Team Principal James Vowles ha messo nel mirino sin dal suo approdo a Grove, ma questo non ha impedito alla scuderia britannica di sviluppare la FW47. In Belgio ha debuttato un importante pacchetto di aggiornamenti, con i piloti che hanno riscontrato un’auto più difficile da guidare, ma allo stesso tempo più performante. Tuttavia, la mancanza di competitività in Ungheria testimonia come la strada da percorrere sia ancora lunga prima di sanare il concetto di fondo.
Le novità
Gli aggiornamenti introdotti in Belgio hanno riguardato la parte superiore e inferiore della vettura. Il fondo è stato interamente rivisitato, sia nei convogliatori di flusso all’ingresso dei canali Venturi sia lungo il bordo esterno. Le modifiche apprezzabili sono minime, ma l’era delle Formula 1 a effetto suolo insegna come i cambiamenti spesso non siano visibili a chi osserva da fuori. Si possono invece osservare le nuove bocche dei radiatori laterali, leggermente allungate verso il basso in prossimità del telaio, costringendo di conseguenza a modificare la carrozzeria retrostante. Non si tratta comunque di un intervento mirato a risolvere i problemi di affidabilità sofferti a inizio estate, derivanti dall’impianto di raffreddamento. A causare i ritiri infatti non era un’insufficienza del flusso d’aria sotto al cofano, bensì un problema di qualità ad alcuni componenti meccanici realizzati direttamente dal team, una cui soluzione è attesa al rientro dalla pausa estiva.
I risultati raccolti a Spa hanno subito premiato gli sforzi del reparto tecnico di Grove, con il 6° posto di Carlos Sainz nella Sprint seguito da un altro 6° posto di Alex Albon alla domenica. Gli aggiornamenti hanno garantito un aumento di carico aerodinamico, non esente però da effetti collaterali sulla guidabilità, come riscontrato da Sainz in Belgio: “Penso siano andati nella giusta direzione, ci danno più prestazione. In alcune aree è una macchina più difficile da guidare, ma indubbiamente, quando si riesce a mettere tutto assieme, sembra un passo in avanti”.
Un problema di concetto
A Spa comunque i piloti predicavano calma, consapevoli che quello belga fosse un circuito storicamente favorevole alla Williams, contrariamente al successivo appuntamento di Budapest. Il fine settimana in Ungheria ha confermato i timori, con la squadra britannica rimasta a secco di punti. Gli aggiornamenti dunque non sono bastati a curare il problema concettuale che Williams si trascina ormai da anni. “Ovviamente quest’anno non possiamo fare nulla, ma speriamo che sia didattico per la squadra, imparando per il futuro come sviluppare una macchina che sia competitiva anche su piste come Budapest e Barcellona”, analizza Carlos Sainz.
“Abbiamo delle brutte caratteristiche aerodinamiche nelle curve lunghe, dove hai bisogno di mantenere un carico aerodinamico costante dall’ingresso fino a centro curva. In questo facciamo fatica. È qualcosa che si prolunga da tanto tempo ed è il motivo per cui quando ci sono lunghi rettilinei e curve secche andiamo bene. Attualmente però, quando affrontiamo delle curve lunghe in combinato, come quelle di Barcellona, Budapest o del Qatar, la macchina fa tanta fatica. Serve un profondo cambio di filosofia progettuale per il futuro. Stiamo provando a capire cosa e come cambiare per essere sicuri che l’auto dell’anno prossimo sia più completa e ci dia una piattaforma migliore che funzioni su piste diverse”, conclude lo spagnolo.