Le Forze armate lituane hanno ricevuto un nuovo lotto di missili anticarro Spike LR2 di produzione israeliana (Rafael) per un valore di 6 milioni di euro. La fornitura è stata confermata ufficialmente da Vilnius e ripresa dalla stampa specializzata. La ministra della Difesa Dovilė Šakalienė ha legato l’acquisto al rafforzamento della capacità di arrestare forze nemiche al confine. Durante una visita in Israele ad aprile ha discusso con Rafael di cooperazione industriale (anche su eventuale produzione in Lituania di componenti/munizioni).
Il contesto strategico: deterrenza contro Mosca (e Minsk). La Lituania confina con Kaliningrad (enclave russa) e con la Bielorussia: l’eventuale stretta sul corridoio di Suwałki taglierebbe la terraferma NATO dai Paesi baltici.
Per questo Vilnius sta passando da misure “a macchia di leopardo” a una linea difensiva multistrato integrata con Estonia, Lettonia e Polonia (la cosiddetta Baltic Defence Line), fatta di fossati anticarro, “denti di drago”, campi minati, punti forti e ponti predisposti alla demolizione. Il ministero lituano ha illustrato il disegno a metà agosto; in parallelo i quattro Paesi hanno chiesto fondi UE.
Vilnius in allarme. la ministra Šakalienė da mesi chiede in Europa più spesa militare proprio per la minaccia russa e per accelerare le consegne. Vilnius ha già annunciato un percorso di aumento del bilancio difesa (fino al 5,5% del Pil nel 2026, secondo Reuters) e investimenti congiunti con la Polonia in contromobilità e scorte. A rafforzare la deterrenza c’è inoltre la brigata corazzata tedesca “Lithuania Brigade” dispiegata stabilmente nel Paese dal 2025, con crescita di capacità tra il 2025 e il 2027: un pilastro NATO sul fianco est.
Perché proprio i missili Spike LR2
Gli Spike LR2 sono missili anticarro a guida elettro-ottica di ultima generazione con portata fino a 5,5 km da terra (e 10 km da elicottero), datalink in fibra/RF per il profilo fire-and-observe/update, capacità di top-attack e testata tandem HEAT o multiruolo con spolette selezionabili. L’insieme migliora l’ingaggio oltre la portata di molte armi portatili (es. razzi leggeri), consente cambi bersaglio in volo e attacchi con angoli elevati per superare corazze e sistemi di protezione attiva.
C’è anche un tema di interoperabilità e logistica: la famiglia Spike è ampiamente diffusa nella Nato ed è già integrata nell’IFV lituano “Vilkas” (versione Boxer) tramite torretta israeliana Samson Mk II. Il lotto arrivato ad agosto va proprio a rimpiazzare scorte e a alimentare le unità meccanizzate che impiegano i Vilkas, già collaudati a fuoco quest’anno.
Cosa cambia “sul campo” per Vilnius. Profondità d’ingaggio: 5–6 km da terra significa poter colpire formazioni corazzate russe prima che entrino nei varchi della linea difensiva e senza esporsi a fuoco diretto. Kill chain più robusta: la modalità osserva/aggiorna consente correzioni in volo, selezione di punti vulnerabili o cambio bersaglio se compare una minaccia più “pregiata” (carro MBT, veicolo comando, ponte mobile).
Sinergia con la “Baltic Defence Line”. Missili di precisione + ostacoli fisici forzano le colonne nemiche in “imbuti” dove l’efficacia dei Spike e dell’artiglieria cresce, comprando tempo per l’intervento alleato.
Integrare la brigata tedesca: capacità anticarro nazionali credibili agevolano piani di difesa combinati con la Lithuania Brigade e l’eFP tedesco già a Rukla.
La domanda chiave: «La Lituania teme un attacco di Putin?»
La classe politica e militare lituana dichiara apertamente di considerare reale la minaccia russa (diretta o “ibrida” via Bielorussia) e sta anticipando contromisure per rendere troppo costosa qualsiasi avventura militare: fortificazioni, scorte, mobilità, addestramento droni e munizionamento, oltre a sistemi anticarro a medio raggio come Spike LR2. Questo non equivale a dire che un attacco sia imminente, ma spiega perché Vilnius accelera acquisti e integrazione Nato per dissuadere Mosca oggi, non domani.
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