Il Derthona approfitta dell’ultima, ininfluente, gara di serie A per interrompere la lunga striscia di sconfitte consecutive (sei in campionato, otto i quarti di Champions contro Tenerife), superando in trasferta una Cremona in festa per la salvezza raggiunta in anticipo.
La cronaca
Le triple di Willis, Owens e Nikolic danno il via alle danze.
Gara esplosiva a livello realizzativo, oltre che sul piano fisico nei pressi del ferro con l’atletismo esuberante di Omenaka. I leoni la patiscono ma reagiscono subito con la stessa moneta, trovando canestri da varia distanza e con diversa costruzione (a metà campo o in transizione) e trovando minuti di impatto difensivo nel pitturato da parte di Kamagate.
Si gioca con leggerezza dato l’impatto relativo del match per la classifica, non però con superficialità con squadre che cercano di superarsi contando sulla bontà delle loro letture offensive, non trovando chissà quali reciproche difese arcigne a contrastarle. La Bertram ha una quantità di talento complessiva maggiore per rimanere al comando.
Ma la Vanoli trova quasi sempre il modo di rimanere a contatto senza dover usare alcun timeout fino alla metà inoltrata del secondo quarto. L’abbassamento progressivo delle percentuali e dei ritmi permette ai leoni di consolidare un po’ il vantaggio entro l’intervallo, fissato sul +6 grazie alle fiammate balistiche di Vital, a una più consistente presenza difensiva all’interno dell’area e a una positiva reattività a rimbalzo.
Lo scarto non è enorme ma basta al Derthona per uscire dagli spogliatoi con una certa serenità, quella che le permette di accarezzare in fretta il +10 contro una Cremona un po’ troppo dipendente da tiro da tre, non troppo intensa e attenta per opporsi alla pericolosità perimetrale di Vital e a saggi di valido gioco interno. Si creerebbero le condizioni per cominciare a congelare il risultato favorevole, se non fosse per una Vanoli che si rifà sotto con l’assalto del pitturato di Zampini e Burns.
Il grande ex
De Raffaele ricorre al suo primo timeout per far ritrovare vigore e idee al suo quintetto tutto italiano, gli avversari ritrovano il beneplacito del ferro dai 6.75 metri allo scoccare della mezz’ora (Jones) per far approdare la gara sul -4 alla volata conclusiva, che ripropone una versione del frenetico duello d’inizio gara, con Denegri a lasciare graffi da grande ex.
Accolto dagli applausi del PalaRadi prima della palla a due, l’esterno sigla canestri che contribuiscono a respingere gli insistenti tentativi di rientro della Vanoli, gli americani fanno il resto per far chiudere il campionato bianconero con il 50% di vittorie, più in trasferta che nel fortino amico.