A meno di tre anni dalla scomparsa di Lisa Marie Presley, l’unica e amatissima figlia di Elvis Presley, e a cinque anni dalla prematura morte di Benjamin Keough, l’unico nipote maschio del cantante, morto suicida nel 2020 a soli 27 anni, una nuova burrasca investe la famiglia del rock ‘n’ roll. Stavolta a essere coinvolta è la vedova Priscilla Presley, accusata di avere accelerato la morte della figlia per interessi economici. A portare avanti la causa, depositata presso un tribunale di Los Angeles, sono gli ex soci di Lisa, Brigitte Kruse e Kevin Fialko, che secondo documenti ottenuti dal New York Post, affermano che l’attrice “in definitiva voleva gestire” il patrimonio della figlia e Graceland, l’iconica villa di Memphis, appartenuta all’artista e poi trasformata in museo, e che per raggiungere il suo scopo avrebbe interrotto le cure alla figlia durante il suo ricovero in ospedale.

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Secondo l’accusa, Priscilla Presley era a conoscenza del fatto che la figlia stesse pianificando di rimuoverla dal ruolo di unica fiduciaria del fondo creato per gestire l’eredità del cantante, stimata nel 1993 attorno ai 100 milioni di dollari, e che per questo avrebbe interrotto il supporto vitale della figlia poche ore dopo il suo ricovero per un arresto cardiaco, portandola alla morte certa a soli 54 anni. All’epoca del decesso, il referto descrisse la morte di Lisa Marie come naturale, causata da complicazioni tardive di un precedente intervento di chirurgia bariatrica, tuttavia secondo Brigitte Kruse e Kevin Fialko, dirigenti di Priscilla Presley Partners, la donna ormai 80enne non avrebbe rispettato il desiderio della figlia di prolungarle la vita “entro i limiti degli standard medici generalmente accettati”.

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Priscilla Presley con la figlia Lisa Marie e la nipote Riley Keough in una cerimonia commemorativa in onore di Elvis Presley a Hollywood.

“Priscilla sapeva che la morte di Lisa avrebbe neutralizzato la minaccia dei tentativi della figlia di farla rimuovere dal ruolo di unica fiduciaria del trust assicurativo irrevocabile sulla vita di Lisa”. Secondo la causa, “Priscilla voleva essere l’unica a controllare il Promenade Trust e Graceland”. “La settimana successiva, a casa sua, Priscilla avrebbe esclamato: ‘Sono la regina. Sono responsabile di Graceland'”. Esito ultimo di un rapporto tra madre e figlia che, i ben informati, sostengono fosse “tumultuoso e precario”, tanto che, secondo la denuncia di Kruse e Fialko, Lisa avrebbe addirittura “minacciato di fare causa” a Priscilla per la disputa fiduciaria: solo i due soci avrebbero “lavorato per tenere unita la famiglia”.

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Elvis Presley con la moglie Priscilla e la figlia Lisa, 1968.

La disputa familiare tra nonna e nipote

A conferma delle gravi accuse, i due soci ricordano come la vedova Presley, dopo la morte della figlia, presentò una petizione per contestare un emendamento del 2016 al trust con cui era stata rimossa Priscilla dal ruolo di fiduciaria e al suo posto erano stati nominati co-fiduciari la figlia di Lisa Marie, Riley Keough, e il figlio Benjamin Keough, nati dall’amore con Danny Keough. Priscilla, infatti, non riusciva ad accettare di essere stata totalmente esclusa dalla gestione del trust, dopo che Lisa Marie aveva ereditato il patrimonio di famiglia nel 1993, al compimento dei 25 anni, come stabilito dal cantante, che nel 1973 si era separato dalla moglie. Nonostante i presunti tentativi della nonna di riacquistare il controllo del fondo, dopo la morte di Lisa Marie la proprietà esclusiva del patrimonio è stata concessa alla nipote Riley Keough, unica erede con la scomparsa del fratello nel 2020.

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Priscilla Presley con la nipote Riley Keough.

Se la disputa familiare pare conclusa, prosegue quella con gli ex soci di Lisa, che già nell’estate 2024 hanno fatto causa all’ottantenne per violazione di contratto e frode, chiedendole 50 milioni di dollari di risarcimento. A propria volta la donna ha intentato una causa per presunti abusi finanziari nei confronti degli anziani, sostenendo che Kruse e altri si erano appropriati indebitamente di circa 1 milione di dollari. Adesso la pesante accusa di avere accelerato la morte della figlia. Un’azione legale che l’avvocato di Priscilla Presley, Marty Singer, definisce “una delle più vergognose, ridicole, e infondate” che abbia mai visto, frutto del feroce tentativo di infangare la reputazione di una donna anziana come ritorsione per aver denunciato la presunta cattiva condotta dei suoi ex collaboratori. La famiglia Presley non sembra proprio trovare pace, nemmeno nel ricordo del re del rock.

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