di
Andrea Camurani

Aboubakar Traore è accusato di «danneggiamento» e «incendio» aggravati. Le testimonianze: «L’aggressore gridava di volere un lavoro»

Fiamme alte due metri al check-in di Malpensa incendiato con liquido infiammabile impiegato come innesco per dar fuoco ad un cestino di rifiuti. Poi le martellate alla postazione scelta a caso, la numero 13 del Terminal 1 dell’aeroporto nel bel mezzo di una mattinata di agosto, fra gli occhi spaventati dei viaggiatori, le urla, e la corsa per uscire il prima possibile. «Ho visto il banco del check-in di fronte al mio a fuoco. Ho sentito rumore di scoppi e visto un uomo con una maglia bianca e una mascherina chirurgica azzurra e un cappello che urlava. È stato allora che ho iniziato a correre per la vita dando la mano a mio marito» ha raccontato Sophie, una turista inglese al britannico Mirror. 

Tra il fumo frutto della combustione che ha saturato gli ambienti c’è stato chi ha avuto il tempo di immortalare con un video la scena subito resa virale dai social: gente che chiede aiuto, persone che invocano l’intervento della polizia mentre un giovane con la maglietta bianca viene atterrato dal personale dell’aeroporto insieme ad alcuni viaggiatori che si sono occupati di fermare il ragazzo, 28 anni, originario del Mali e beneficiario di «protezione sussidiaria» della durata di cinque anni, con scadenza nel 2027



















































Quando gli agenti della Polaria di Malpensa sono arrivati, pochi minuti dopo la chiamata giunta al numero unico del 112, Aboubakar Traore era a terra: gli sono state messe le manette mentre i vigili del fuoco hanno disposto lo sgombero precauzionale del terminal che non ha mai perso l’operatività per il traffico aereo, come confermano dalla Sea, la società che gestisce gli scali milanesi. Anche l’incendio, subito domato con un estintore portatile dalla security dell’aeroporto, non ha causato gravi danni: è andato distrutto l’impianto elettrico della postazione; non si sono registrati feriti. I motivi di questo gesto che è costato l’arresto al ventottenne, ora accusato di «danneggiamento» e «incendio» aggravati, verranno spiegati, forse, durante l’udienza di convalida prevista per la mattinata di giovedì di fronte al giudice del tribunale di Busto Arsizio territorialmente competente per Malpensa. Il giovane non avrebbe dichiarato nulla al momento dell’arresto: alcuni presenti l’hanno sentito gridare qualche frase che aveva a che fare con la richiesta di «un lavoro»

Recenti pregressi fanno pensare al gesto di ieri come un atteggiamento di rivalsa dopo che alcuni giorni fa gli era stato impedito l’imbarco per un volo diretto in Arabia Saudita e solo martedì era stato denunciato per danneggiamenti ad un negozio dai carabinieri di Milano. «Sono stati limitati i disagi per i passeggeri. Detto questo non è facile riuscire a bloccare nell’immediato un esagitato a mani nude. Avendo strumenti che possano bloccarne l’azione, i danni allo scalo sarebbero stati più circoscritti» ha osservato il presidente di Enac Pierluigi Di Palma. «Una delle ‘risorse’ che ci pagheranno le pensioni, secondo la sinistra» ha ironizzato sui social il ministro dei Trasporti e vice presidente del Consiglio Matteo Salvini.


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20 agosto 2025