Domani pomeriggio andrà in scena il sorteggio degli US Open 2025, ultimo Slam della stagione. Il main draw prenderà forma attorno a Jannik Sinner, numero uno del mondo, detentore del titolo dell’anno passato e alle prese con l’agguerrita concorrenza che intende strappargli non solo il primato newyorkese. Riferimento chiarissimo a Carlos Alcaraz, dal momento che sono serie le possibilità che un’eventuale sfida nell’atto conclusivo non metterà in palio solo il Major, ma anche la vetta del ranking Atp.

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Insidie potenziali sin dall’esordio per il pusterese, considerando i tennisti al di fuori delle teste di serie. I nomi che vengono in mente sono quelli dell’australiano Alexei Popyrin, del brasiliano Joao Fonseca, dell’americano Reilly Opelka, degli esperti Marin Cilic e Gael Monfils, senza dimenticare lo scomodo francese Adrian Mannarino. Ma come sta Jannik? Come procede il suo recupero dal ritiro shock nella finale di Cincinnati? Un video postato sui social ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai tifosi di Jannik, dal momento che le immagini lo riprendono sorridente a passeggio per le vie di Manhattan in compagnia dello sparring Inserra e del preparatore atletico Ferrara. Nessuna tabella particolare, soltanto distensione e riposo totale dopo i ventitré minuti in apnea dell’afosissimo pomeriggio in Ohio. La road map prevede solo domani la ripresa degli allenamenti. Alla maniera di Sinner, con immersione totale nella nuova missione di difendere Flushing Meadows e il trono mondiale.

Vincenzo Santopadre con il francese Luca Van Assche

«Credo che alla fine della fiera la vicenda di Cincinnati sia di facile lettura. – ci dice Vincenzo Santopadre, ex coach del Berrettini finalista a Wimbledon e oggi all’angolo del francese Luca Van Assche e Lorenzo Sonego – Dominano gli interessi, che sono altissimi quando il livello dei campioni cresce a dismisura. Il denaro orienta ogni cosa: televisioni, sponsor, richieste più o meno esigenti del pubblico. I giocatori, si sa, spesso si lamentano ma poi è indubbio che anche loro, giustamente visto che sono i primi attori, traggono beneficio da queste dinamiche. Rischiando talvolta più del giusto. Per quanto infatti siano super allenati, le condizioni in alcuni casi sono proibitive: a Cincinnati ma anche a Washington un mesi prima si è giocato in contesti estremi cui gli organizzatori, per le questioni arcinote, non hanno inteso metter mano. Toccherà prima o poi ai tennisti consociarsi per provare a tutelare se stessi nei rapporti con i tornei, con le organizzazioni milionarie. Ne beneficerebbe anche lo spettacolo. In quanto a Jannik sono convinto che riuscirà a recuperare bene. Il malore se lo portava dietro dal giorno prima e per la sua grande generosità nei confronti dello sport ha deciso di scendere comunque in campo. Disertare una finale non è mai facile. Quanto è successo a Cincinnati potrebbe essere uno stimolo in più in vista degli Us Open. Come fanno i grandi campioni, Jannik starà già pensando al prossimo obiettivo: arrivare in fondo a Flushing Meadows».