Cosa prevede il piano di nuovi insediamenti israeliani in Cisgiordania
Il piano di Israele in Cisgiordania, appena approvato, noto come E1, prevede che si avviino le gare d’appalto per la costruzione di oltre 3.300 unità abitative tra Gerusalemme e Ma’ale Adumim in Cisgiordania. «Seppellisce l’idea di uno Stato palestinese», ha detto il ministro delle Finanze e leader dell’estrema destra israeliana, Bezalel Smotrich. Il progetto è rimasto congelato per decenni a causa della forte opposizione della comunità internazionale, che teme che il nuovo insediamento possa bloccare la nascita di uno stato palestinese contiguo e sostenibile.
«Dopo decenni di pressioni internazionali e congelamenti, stiamo rompendo le convenzioni e collegando Ma’ale Adumim a Gerusalemme. Questo è il sionismo al suo meglio: costruire, insediare e rafforzare la nostra sovranità nella Terra d’Israele», ha affermato Smotrich. La potenziale costruzione di un nuovo quartiere per l’insediamento di Ma’ale Adumim nella cosiddetta zona E1 dividerebbe la Cisgiordania in regioni settentrionali e meridionali e impedirebbe lo sviluppo di una metropoli palestinese che colleghi Gerusalemme Est a Betlemme e Ramallah, che i palestinesi sperano da tempo possa costituire il fondamento del loro futuro Stato.
Tuttavia, secondo l’organismo di controllo degli insediamenti Peace Now, i piani approvati non riguardano il piano E1 originale, bensì un quartiere separato di Ma’ale Adumim. «Le 3.300 unità abitative di Ma’ale Adumim rappresentano un aumento di circa il 33% del patrimonio edilizio dell’insediamento, un’espansione enorme per un insediamento la cui popolazione è rimasta stagnante a circa 38.000 abitanti nell’ultimo decennio e ha registrato un netto deflusso migratorio. Le gare d’appalto riguardano un ampio quartiere che collegherà l’area edificata di Ma’ale Adumim con la zona industriale a est», afferma Peace Now.
A marzo, il gabinetto di sicurezza israeliano aveva approvato la costruzione della tangenziale «Fabric of Life», riservata ai palestinesi, nell’area di Gerusalemme, nel tentativo di separare il traffico israeliano da quello palestinese e consolidare la presenza di Israele oltre la Linea Verde.