Il Gran Premio d’Austria di MotoGP ha certificato una situazione ormai conclamata da diverse gare. Marco Bezzecchi è diventato il pilota italiano di riferimento, scalzando Francesco Bagnaia da tale ruolo. Per la verità, il ventiseienne romagnolo è in questo momento qualcosa di più. È l’anti-Marquez. La definizione è sicuramente altisonante e potrà anche sembrare esagerata, ma è palese come Bez sia uno dei pochi motivi d’interesse della seconda parte di stagione.
Arrivato all’Aprilia in punta di piedi, Bezzecchi ha saputo diventarne la Stella Polare, complici tutte le vicissitudini di Jorge Martin, fisiche e contrattuali. L’iberico avrebbe dovuto essere l’estrella della Casa di Noale, invece è l’italiano a illuminarne i destini agonistici. La congiuntura è stata favorevole e il numero 72 ha avuto il merito di tornare a brillare di luce propria dopo quasi due anni di appannamento.
Le prospettive di Bezzecchi sono molto interessanti, perché Aprilia sa di poter contare su di lui. Viceversa, la credibilità di Martinator è sotto i tacchi. Nessuna cattiveria, è un dato di fatto. La surreale vicenda legale figlia della volontà di mollare una RS-GP per montare in sella a una Honda ha minato la fiducia nel madrileno. Nel 2026 ci sarà, ma poi? Se i giapponesi dovessero avanzare un’allettante offerta economica, è palese come andrà a finire.
Al contrario, Bez può essere al centro del progetto Aprilia. Non parliamo di uno sprovveduto, né di un improvvisato. C’è chi ha speso parole molto lusinghiere nei suoi confronti e, alla luce dei risultati, evidentemente aveva ragione. L’obiettivo per quest’anno è indubbiamente il podio nel Mondiale a discapito di quel Bagnaia che, invece, sta vivendo una fase buia.
Come detto, Bezzecchi può essere il perno delle ambizioni della Casa di Noale. Pecco era il centro di gravità dell’azienda di Borgo Panigale, ma ormai non lo è più. La forza, agonistica e caratteriale, di Marc Marquez lo ha messo in secondo piano all’interno del Factory Team Ducati dopo quattro stagioni da indiscusso numero uno. Il suo futuro è, quantomeno, nebuloso.
Quali sono le prospettive di Bagnaia? Francamente, è difficile dirlo, perché ora come ora lo scenario più probabile è quello di restare subordinato a El Trueno de Cervera anche nel 2026. Poi ci sarà la rivoluzione del 2027 (cilindrata dei motori ridotta del 15%, niente più aerodinamica né elettronica), che farà ripartire tutti da zero.
Insomma, italiani agli antipodi. Il più atteso sta colando a picco, il dimenticato sta riemergendo. Cionondimeno, siamo ad agosto 2025 ed è lunga la strada da qui a marzo 2027. Nel bene e nel male. Prima di arrivare al redde rationem della “Nuova MotoGP”, passerà molta acqua sotto i ponti, a cominciare da quelli ungheresi del Balaton Park, dove Bezzecchi proverà nuovamente a sgambettare Marquez…