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Un percorso iniziatico che passa dalla realtà al fantastico, un viaggio senza soste tra Tredicesimo e Ventesimo secolo dove i confini sono così sottili da permettere al lettore di attraversarli e tornare indietro. “Morte Astrale” è il romanzo d’esordio di Franco Pezzini (Polidoro/Interzona pag. 425; € 18,00). La storia comincia, apparentemente, nel 1904 quando Ariadne, una ragazza gallese trasferitasi da poco Londra per cercare lavoro, assiste all’omicidio di un uomo. In un altro capitolo veniamo a conoscenza che anche Wolfram ha dovuto cambiare città; è il 1209 e il cantore/poeta, si è recato a Venesburg su invito del vescovo-conte di quel territorio. Una figura ombrosa molto interessata agli scritti del poeta, alla sua conoscenza di antichi rituali. L’autore sembra voler intrecciare la bizzarra letteratura in voga all’inizio Novecento con film d’avventura come “Indiana Jones” e “Matrix”, con uno sguardo a “Il pendolo di Foucault” di Eco. Soprannaturale e azione sono alla base di questo singolare romanzo fantastico. Trame parallele, uomini e donne del primo Novecento lasciano spazio a figure del Medioevo. Ariadne si muove in un’epoca post vittoriana dove l’irrazionale sta crescendo in tutto l’Occidente, gruppi occultistici ed esoterici fioriscono in tutta Europa e lei è costretta, suo malgrado, a confrontarsi con un mondo incredibile.
Ariadne
L’autore non la lascia sola, le affianca personalità letterarie (e non) alcune realmente esistite come Arthur Machen, Algernon Blackwood e Aleister Crowle. Franco Pezzini, nato a Torino nel 1962, laureato in Diritto Canonico con una tesi dedicata all’esorcismo e alla magia, è un raffinato studioso dei rapporti tra letteratura, cinema e antropologia. In questo primo romanzo raccoglie tutte le sue passioni e il suo lavoro di saggista che emerge solido in diversi capitoli. E’ una sfida continua al lettore che si perde nei labirinti della trama, dove tutto è bianco o nero e si divide in bene e in male. Non ci sono alternative, nessuno può scegliere. Nell’era tecnologica sembra che il fantasy ci stia raccontando il presente. La gestazione del romanzo è stata lunga, scritto vent’anni fa – in un altro mondo potremmo dire- lasciato in un cassetto e poi ripreso nell’ultimo periodo per la pubblicazione.
Golden Dawn
Il leggendario ordine ermetico entra con potenza nel romanzo. Fondato a Londra nel 1888 ha raccolto alcuni intellettuali inquieti dell’epoca, come i letterati Yeats, Machen e Algernon Blackwood e l’attrice Florence Farr. Fra le pratiche dei suoi affiliati figurano i viaggi astrali, fuori dal corpo, in dimensioni diverse della realtà. Una vita breve, agli inizi del Novecento la Golden Dawn è costretta a sciogliersi dopo essere stata protagonista di scandali e corruzioni finiti in tribunale. I miti della fraternità saturnie si spostano in Germania generando visioni prenaziste sul filo di letture esoteriche di un’opera medioevale, il “Parzival” di Wolfram von Eschenbach.
Franco Pezzini, Morte Astrale, Polidoro/Interzona, pagg. 425, € 18,00