La Camera dei deputati dello stato del Texas ha approvato una contestata legge che ridisegna i confini dei collegi elettorali a favore dei Repubblicani. Nelle ultime due settimane la proposta aveva generato ampie proteste tra i Democratici, e più di 50 deputati avevano lasciato lo stato per diversi giorni nel tentativo di ostacolarla (senza di loro non era possibile raggiungere il quorum per procedere con la votazione). Erano poi rientrati lunedì.

La legge è stata approvata con 88 voti favorevoli e 52 contrari. I membri della Camera del Texas sono 150, e di questi 62 sono Democratici. Ora la votazione passerà al Senato, che ci si aspetta la approverà rapidamente, e dal governatore Greg Abbott per la firma.

La legge modifica le circoscrizioni elettorali in cui è diviso il Texas, quelle dove vengono eletti i membri della Camera dei rappresentanti federale (quella di Washington, diversa da quella statale che ha approvato la legge). Nella nuova mappa ci sono cinque collegi in più nei quali c’è una solida maggioranza Repubblicana, che in pratica quindi garantirebbero al partito cinque seggi in più alla Camera dei rappresentanti. Il Texas esprime 38 deputati alla Camera federale, di cui al momento 25 sono Repubblicani: con le modifiche potrebbero arrivare a 30.

Dato che le conseguenze della legge vanno ben oltre la politica texana, questa era sostenuta anche dal presidente Donald Trump: i cinque seggi aggiuntivi del Texas farebbero infatti la differenza per assicurarsi di mantenere la maggioranza alla Camera alle elezioni di metà mandato, in programma a novembre 2026.

Modificare i confini dei collegi elettorali (redistricting) è un processo comune negli Stati Uniti, ma quando viene sfruttato per influenzare il risultato del voto è molto contestato (in questo caso si parla di gerrymandering). In pratica solitamente consiste nel ridisegnare le circoscrizioni in modo da spezzettare il voto delle grandi città (storicamente più a favore dei Democratici) o da includere più zone rurali (che normalmente votano a maggioranza per i Repubblicani).

Nonostante alla fine la legge sia stata approvata, la protesta dei Democratici ha permesso di discutere il tema dei collegi elettorali a livello nazionale, e ha spinto altri stati a intervenire: giovedì la California voterà una legge per ridisegnare i collegi elettorali in modo da favorire i Democratici, creando cinque collegi in cui avrebbero facilmente la maggioranza. Se approvata, dovrebbe controbilanciare la legge texana (la modifica dovrà però passare da un referendum popolare a novembre, per le leggi dello stato).

Anche altri stati potrebbero farlo. Solitamente il redistricting viene fatto dopo il censimento, quindi con cadenza decennale (il prossimo sarebbe dovuto essere nel 2030). Dopo quello che è successo in questi giorni però altri stati potrebbero decidere di anticipare i tempi: in passato i Repubblicani hanno parlato di rivedere i collegi elettorali di Indiana, Missouri e Florida, mentre i Democratici quelli di Maryland e Illinois.