“Non è stato declassato, ma trasferito alla Racing Bulls, che ha una vettura molto competitiva e molto più facile da guidare rispetto alla RB21”, ha dichiarato Helmut Marko a Motorsport.com all’inizio della primavera, dopo che la Red Bull aveva deciso di sostituire Liam Lawson con Yuki Tsunoda nella sua squadra principale. Marko è stato categorico nell’affermare che questa si trattava del fine carriera del neozelandese.
“Il cambiamento è avvenuto dopo un inizio che definirei piuttosto sfortunato – ha aggiunto, citando i problemi di Lawson durante i test pre-stagionali in Bahrain e le sue difficoltà nelle prime gare – La terza sessione di prove in Australia è stata annullata, ed è lì che sono iniziati i problemi. Questo ha naturalmente influito sulla fiducia di Liam. E’ entrato in un vortice che dovevamo interrompere per dargli un futuro nella sua carriera”.
L’anno scorso è stato ricco di eventi per Lawson: dal momento in cui ha sostituito Daniel Ricciardo nella seconda squadra della Red Bull, è diventato rapidamente il candidato principale per succedere a Sergio Perez, una mossa che si è concretizzata durante l’inverno, nonostante i suoi modesti risultati in F1 all’epoca, con meno di una dozzina di GP alle spalle.
Ma un inizio difficile nel 2025 ha portato a quella che Marko si è rifiutato di definire una “retrocessione”. Nel giro di poche settimane, la carriera di Lawson ha preso una direzione molto diversa, al punto che molti si sono chiesti se avrebbe addirittura concluso l’anno con la Racing Bulls.
La presenza incombente dell’astro nascente di Red Bull, Arvid Lindblad, alla sua prima stagione in F2, ha alimentato le speculazioni sul fatto che potesse essere promosso in F1 prima della fine dell’anno. Il posto di Lawson sembrava l’obiettivo più ovvio, soprattutto perché non era riuscito a conquistare punti all’inizio e faticava a tenere il passo con il suo nuovo compagno di squadra Isack Hadjar.
Liam Lawson, Racing Bulls Team
Photo by: Peter Fox / Getty Images
Nella stessa intervista, Marko aveva confermato che Tsunoda avrebbe sicuramente completato la stagione in Red Bull. E Hadjar, almeno fino a quando Gabriel Bortoleto non ha iniziato a conquistare punti per la Sauber, era considerato da molti il migliore tra i debuttanti del 2025.
Ma Lawson ha poi stabilizzato la sua stagione con una serie di ottime prestazioni durante l’estate. Forse non ha ribaltato completamente la situazione, ma ha ritrovato la fiducia, anche se non ha mai ammesso di averla persa.
“Ha fatto un ottimo lavoro, onestamente – ha detto il team principal della Racing Bulls, Alan Permane, durante il weekend del GP d’Ungheria – Le due gare con la Red Bull sono state ovviamente molto difficili per lui. Non mi ringrazierà su quanto sto per dire, ma era decisamente un po’ giù di morale”.
“Non era molto motivato e abbiamo fatto il possibile per aiutarlo. Salire subito sulla nostra auto senza averla provata non è stato facile, ovviamente. Si è trovato a competere con Isack, che quest’anno è stato eccezionale. La sua prima gara è stata in Giappone e Isack ha volato. Quindi, per lui è stato un inizio difficile”.
Nelle sue prime cinque gare con Racing Bulls, Lawson non è riuscito a raggiungere la Q3 né a conquistare punti, mentre Hadjar è andato in Q3 tre volte e a punti in Giappone e Arabia Saudita. Ciò potrebbe essere spiegato dal fatto che Lawson aveva bisogno di tempo per adattarsi, ma i dubbi sul suo futuro sono diventati sempre di più.
Tuttavia, è riuscito a reagire appena in tempo, migliorando le sue prestazioni a partire da Monaco. Pur qualificandosi dietro Hadjar, era abbastanza vicino in griglia da consentire al team di attuare una strategia che ha portato punti importanti per entrambi i piloti, con Lawson che ha svolto un ruolo chiave.
Liam Lawson, Racing Bulls Team
Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images via Getty Images
I successivi aggiornamenti alle sospensioni anteriori hanno aiutato Lawson a sentirsi più a suo agio, e ha ottenuto punti in Austria, Belgio e Ungheria. A Budapest ha addirittura preceduto Verstappen dopo aver adottato una strategia a una sosta con uno stint di 40 giri.
“Abbiamo apportato alcune modifiche – ha spiegato Permane – Ha lavorato sodo assieme al suo team di ingegneri e in Austria abbiamo avuto una svolta. Gli abbiamo fornito una nuova sospensione anteriore, sviluppata al simulatore, che gli è piaciuta molto, ne è stato entusiasta e ha funzionato”.
“Lo abbiamo visto di nuovo a Spa, sta dando il massimo. Dopo quella gara si è visto… Monaco è stata discreta per lui, ma in Austria ha ritrovato il suo slancio”.
Lo stesso Lawson avrebbe potuto contestare l’opinione di Permane sull’essere giù di morale, insistendo sul fatto che la sua fiducia non è mai venuta meno.
“Guarda, ognuno ha le sue opinioni e giudica quando vede qualcuno – ha detto dopo il GP d’Ungheria – Quindi va bene, ma so come mi sento.”
Ciò nonostante, il suo linguaggio del corpo è cambiato notevolmente rispetto alla figura sobria in tuta Red Bull che abbiamo visto all’inizio di quest’anno.
Alan Permane, Racing Bulls team principal
Photo by: Red Bull Content Pool
“A dire il vero, non è cambiato nulla di importante, a parte alcune piccole cose in macchina che mi hanno aiutato a sentirmi a mio agio. E penso che sia stato dall’Austria che mi sono sentito così bene al volante, ma la velocità c’è sempre stata fin dall’inizio della stagione, da quando abbiamo fatto il cambio”.
“Abbiamo avuto solo un sacco di piccoli inconvenienti in quella prima parte dell’anno, e la costanza che non c’era ora c’è, ma è anche molto difficile mantenerla, quindi dobbiamo cercare di concentrarci su questo.”
La tesi di Lawson è stata rafforzata anche dalle difficoltà di Tsunoda dopo il cambio. Il giapponese è arrivato tra i primi 10 solo due volte, con un digiuno di punti che risale a Monaco. Lawson, nel frattempo, ha un vantaggio in qualifica, essendo approdato alla Q3 quattro volte rispetto alle due di Tsunoda, e il più delle occasioni partendo davanti, nonostante Tsunoda avesse la macchina più veloce sulla carta.
Questo suggerisce che le difficoltà iniziali di Lawson non erano puramente legate a sè stesso. Ma cosa significa questo per il suo futuro?
“Tornare in Red Bull? E’ stato un anno molto impegnativo, quindi non ci penso. Mi concentro sul fare qualche bella gara, ovviamente ci sono riuscito in alcune occasioni di recente, ma tre non sono sufficienti su 12 gare o quelle che sono state, quindi dobbiamo farne altre, e poi vedremo”.
Il tempismo è tutto in F1, e Lawson nella pausa estiva ha 20 punti all’attivo, solo due in meno di Hadjar. Potrebbe minimizzarne l’importanza, ma almeno ha messo a tacere i dubbi sul fatto che fosse crollato definitivamente e questo gli offre una base su cui costruire qualcosa per la seconda metà dell’anno, con diversi circuiti dove ha già fatto esperienza in F1.
Liam Lawson, Red Bull Racing
Photo by: Red Bull Content Pool
“Sì, penso che sia ovviamente positivo tornare su piste dove hai già corso in F1, e anche su alcune che mi piacciono molto. Quindi sì, penso che la seconda metà sarà entusiasmante, non vedo l’ora, ma prima vorrei prendermi qualche settimana di pausa.”
Con Christian Horner, la Red Bull non ha mai offerto una seconda possibilità ai piloti che hanno fallito nella squadra principale; nemmeno Pierre Gasly, che ha vinto una gara e ottenuto podi con l’AlphaTauri, è stato richiamato. Ma questa politica potrebbe cambiare ora?
La Red Bull è ancora lontana dal risolvere il problema della seconda vettura. Tsunoda deve ancora garantire la costanza necessaria per rafforzare la sua richiesta di rinnovo a lungo termine e gli addetti ai lavori dicono che Laurent Mekies, che ha assunto la guida del team a luglio, sia disposto a concedergli più tempo, sottolineando che le differenze di specifiche con Verstappen hanno danneggiato le sue prestazioni. A Spa e in Ungheria, Tsunoda ha mostrato sprazzi di miglioramento, arrivando a due decimi da Max nonostante l’uscita dalla Q1. Tuttavia, tutte le opzioni rimangono aperte.
Sarebbe prematuro affermare che Lawson sia di nuovo saldamente in lizza per un posto in Red Bull. Ma con alternative limitate e l’incertezza persistente, il suo miglioramento non poteva arrivare in un momento migliore.
Che Marko abbia ragione o meno nel dire che il “declassamento” anticipato potrebbe rivelarsi una benedizione, Lawson ha almeno fermato il momento negativo e si è dato qualcosa per cui giocarsela nella seconda metà del 2025.
Leggi anche:
In questo articolo
Diventa il primo a sapere le novità e iscriviti per ricevere notizie in tempo reale via e-mail su questi temi
Iscriviti agli avvisi di notizie