La lunga avventura di Christian Horner alla guida della Red Bull si è conclusa in maniera brusca e inattesa, è un fatto noto e ampiamente dibattuto. Ma la vicenda non è del tutto archiviata. Il manager britannico, al vertice del team dal 2005, è stato sollevato dall’incarico di team principal nel mese di luglio e ora, come riportato qualche giorno fa, è stato definitivamente estromesso da ogni ruolo operativo e gestionale all’interno della struttura di Milton Keynes (leggi qui).

Il licenziamento, per il quale manca ancora una spiegazione ufficiale da parte della proprietà, ha lasciato più di un dubbio tra gli addetti ai lavori che erano abituati a identificare Horner come il principale artefice della trasformazione della squadra in una potenza del motorsport, un’entità capace di conquistare titoli mondiali in serie.

La Red Bull è solo per uno: Verstappen il re, gli altri si bruciano Max Verstappen e Christian Horner a colloquioMalumori interni e l’ombra di Verstappen

Il Gran Premio del Belgio è stato il primo appuntamento senza Horner nel paddock dopo due decenni. L’assenza ha inevitabilmente alimentato voci e speculazioni: tra queste, l’ipotesi che Max Verstappen avesse avuto un ruolo decisivo nella sua uscita. Una ricostruzione definita come “sciocchezze” dall’entourage del quattro volte campione del mondo, che ha preferito mantenere un basso profilo in un clima interno già teso.

A Spa-Francorchamps il morale della squadra è apparso cupo, al di là dei sorrisi smaglianti di Laurent Mekies che di essere felice, considerando la promozione dalla Racing Bulls, aveva tutte le ragioni. Molti dipendenti hanno manifestato la sensazione che Horner meritasse un trattamento diverso, viste le vittorie e la crescita ottenuta sotto la sua guida. Proprio questo malcontento ha alimentato i timori di un possibile esodo di personale, considerando che diversi membri del team erano legati a Horner da rapporti contrattuali o personali.

Christian Horner Chalerm Yoovidhya, attuale reggente della galassia Red Bull, insieme all’ex team principal Christian HornerL’accordo economico e la rottura totale

Se inizialmente Horner aveva mantenuto alcuni incarichi marginali, lontani però dall’area sportiva, ora la squadra austriaca ha deciso di chiudere ogni rapporto. Il manager britannico non sarà costretto a un periodo di “gardening leave” – la clausola che avrebbe potuto tenerlo lontano dalla concorrenza per un certo periodo – e ha ottenuto la risoluzione del contratto che lo legava al team fino al 2030.

Un accordo pesante dal punto di vista economico: si parla infatti di una buonuscita a otto cifre in dollari, cifra che la proprietà si è trovata costretta a sborsare per liberarsi definitivamente di ogni legame con il 51enne per evitare fastidiosi strascichi.

Christian Horner Colloquio nel paddock tra Flavio Briatore (Alpine) e Christian HornerChristian Horner, quale futuro? 

Il futuro professionale di Horner resta ovviamente materia di speculazioni. Dopo vent’anni trascorsi al vertice e con un anagrafe che lascia ampi margini per un nuovo capitolo, difficilmente resterà a lungo lontano dal Circus. Tuttavia, chi lo conosce bene sottolinea come il controllo e l’autonomia gestionale siano per lui condizioni imprescindibili. E abbiamo potuto constatarlo nella trattativa con Porsche saltata proprio perché il dirigente di Leamington-Spa non ne voleva sapere di cedere pezzi di potere al gruppo Volkswagen. Questo renderebbe improbabile, almeno nell’immediato, un sodalizio con realtà dove figure di primo piano – come Adrian Newey all’Aston Martin – detengono già un ruolo di grande influenza.

Più concrete appaiono le voci che lo avvicinano ad Alpine, dove l’amico di vecchia data Flavio Briatore lo vorrebbe coinvolgere direttamente nel progetto di rilancio della squadra di Enstone. L’ipotesi contemplerebbe anche un ingresso nell’azionariato con una quota del 20%, valutata circa 298 milioni di sterline. Un impegno oneroso, ma che garantirebbe a Horner quella centralità decisionale da lui considerata non negoziabile.

Sul punto è intervenuto anche Ralf Schumacher, che ha sottolineato come l’eventuale approdo di Horner ad Alpine dovrebbe passare da un ridimensionamento del ruolo di Briatore, in modo da lasciare al manager britannico il pieno comando delle operazioni. Per ora si tratta di postulazioni non corroborate da elementi probatori. Bisognerà attendere ancora del tempo ma, statene certi, rivedremo Horner zigzagare tra i motorhome del paddock.

Crediti foto: Oracle Red Bull Racing

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