L’ordine era stato rinviato numerose volte anche per via della strenua opposizione delle associazioni e dei cittadini che frequentavano lo storico centro sociale. “Oggi finalmente viene ristabilita la legalità – ha commentato il ministro dell’Interno – Il governo ha una linea chiara: tolleranza zero verso le occupazioni abusive”

La polizia sta eseguendo, con l’ufficiale giudiziario, l’ordine di sfratto emesso nei confronti dello storico centro sociale Leoncavallo a Milano. L’ordine era stato rinviato numerose volte, per via della strenua opposizione delle associazioni e dei singoli cittadini che frequentavano lo spazio.

Milano, sgomberato Il Leoncavallo, dopo 31 anni termina l occupazione del centro sociale in via Watteau

Lo sgombero del Leoncavallo a Milano – ©IPA/Fotogramma

Il “Leonka”

Lo sfratto del centro sociale di via Watteau era stato rinviato un centinaio di volte e lo scorso novembre il ministero dell’Interno era stato condannato a risarcire 3 milioni ai Cabassi, proprietari dell’area, proprio per il mancato sgombero. Nei mesi scorsi l’associazione Mamme del Leoncavallo aveva presentato  una manifestazione d’interesse al Comune per un immobile in via  San Dionigi che poteva rappresentare un primo passo per lo spostamento del centro sociale dall’attuale spazio. Lo storico ‘Leonka’ di Milano occupa lo spazio in via Watteau dal 1994. 

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Le Mamme del Leoncavallo: “Una tragedia”

 

“È uno sfratto esecutivo. Avremo 30 giorni per trovare un accordo con la proprietà per prendere un po’ di cose”: lo sfratto dallo spazio di via Watteau, questa mattina, ha colto di sorpresa le Mamme del Leoncavallo, che stanno cercando di fare un punto della situazione. “Di certo il Leoncavallo è andato”, constatano con tristezza, parlando di “una tragedia, ma preferendo aspettare per altre dichiarazioni”. 

Salvini: “Per Leoncavallo decenni illegalità tollerata da sinistra, si cambia”

“Decenni di illegalità tollerata, e più volte sostenuta, dalla sinistra: ora finalmente si cambia. La legge è uguale per tutti: afuera!”. Lo scrive su X Matteo Salvini, commentando la notizia dell’inizio dello sfratto del centro sociale Leoncavallo a Milano.

Piantedosi: “Sgombero Leoncavallo dimostra tolleranza zero”

“Lo sgombero del centro sociale Leoncavallo segna la fine di una lunga stagione di illegalità. Per trent’anni quell’immobile è stato occupato abusivamente. E al danno si è aggiunta la beffa: lo Stato costretto persino a risarcire i danni dell’occupazione. Oggi finalmente viene ristabilita la legalità. Il governo ha una linea chiara: tolleranza zero verso le occupazioni abusive. Dall’inizio del nostro mandato sono già stati sgomberati quasi 4mila immobili. Lo sgombero del Leoncavallo è solo un altro passo di una strategia costante e determinata che porteremo ancora avanti”. Così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

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Pablo Iglesias: “Per noi è stata scuola politica”

“Il centro sociale Leoncavallo è stato per noi una scuola politica. Il movimento delle Tute Bianche è nato lì nel 1994 e lì abbiamo cospirato per preparare i contro-vertici di Praga e Genova”. Lo scrive su twitter lo spagnolo Pablo Iglesias, ex leader di Podemos, che giovanissimo lavorò a stretto contatto con gli attivisti dello storico centro sociale nel periodo delle mobilitazioni no global. “Spero che trovino presto uno nuovo spazio. Fausto e Iao sempre nella nostra memoria”, conclude Iglesias.

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Ilaria Salis: “Nessun rispetto per 50 anni storia”

“Nessun rispetto per 50 anni di storia dei movimenti, contro-cultura, aggregazione giovanile, politica dal basso”. Lo scrive sui social l’europarlamentare Ilaria Salis parlando dello sfratto del Leoncavallo. “Avanza – continua il post di Ilaria Salis – la Milano della speculazione edilizia e della gentrificazione, la città della rendita e delle “week”: una Milano senz’anima, esclusiva ed escludente, contro i poveri, contro chi vive del proprio lavoro, contro i giovani. Una Milano che appare più ricca e patinata, ma che in realtà è molto più povera e brutta”. “Spero che il Leoncavallo – conclude l’europarlamentare – possa presto riprendersi lo spazio che merita. E che mille nuovi spazi sociali vengano conquistati e restituiti alle comunità che nonostante tutto resistono, in una città sempre più ostile e meno accogliente, una città espropriata ai suoi abitanti. Una città da rovesciare! Giù le mani dagli spazi sociali! Giù le mani dalla città!” #Milano è di chi la vive, non di chi ci specula”.

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