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L’assemblea degli azionisti di Mediobanca ha negato l’autorizzazione per l’offerta pubblica di scambio su Banca Generali. I voti favorevoli si sono fermati infatti al 35% del capitale sociale (vale a dire a circa il 44,9% del capitale presente, pari complessivamente al 78% del capitale), «rappresentato per il 25% da investitori istituzionali e per il 10% da investitori privati». I contrari sono stati pari al 10% del capitale sociale, «sostanzialmente il gruppo Caltagirone», mentre gli astenuti si sono attestati al 32%, «di cui il 20% Delfin, 5% Casse Previdenziali italiane (Enasarco, Enpam, Forense), 3% investitori istituzionali (Amundi, Anima, Tages), 2% Edizione Holding, 2% Unicredit». Mediobanca ha quindi dichiarato «decaduta l’offerta su Banca Generali».

Nagel, ad di Mediobanca: «Opportunità mancata»

L’offerta di Mediobanca su Banca Generali è «un’opportunità mancata per effetto del voto espresso, in particolare, da azionisti che, anche nell’attività di engagement, hanno manifestato un evidente conflitto di interesse, anteponendo quello relativo ad altre situazioni/asset italiani a quello di azionisti di Mediobanca». Lo ha detto il ceo di Mediobanca, Alberto Nagel, dopo l’esito dell’assemblea che ha negato l’autorizzazione per l’Ops su Banca Generali annunciata ad aprile da Piazzetta Cuccia. «Risulta, infatti, evidente dal voto – ha proseguito Nagel – che coloro i quali non si sono trovati in questa posizione si sono espressi a favore (mercato in primis), in linea con le raccomandazioni dei proxy advisor internazionali».

«Desidero ringraziare tutti coloro che in questi anni hanno creduto e sostenuto il processo di forte crescita e trasformazione di Mediobanca e che hanno supportato l’operazione Banca Generali come ulteriore e definitivo tassello nella creazione di un wealth manager di respiro internazionale», ha aggiunto Nagel. «Si tratta chiaramente di un’opportunità, per ora, mancata per lo sviluppo della nostra banca e del sistema finanziario italiano – conclude -. Continueremo a essere concentrati sull’esecuzione del nostro Piano “One Brand – One Culture” convinti della superiore generazione di valore rispetto all’alternativa rappresentata dall’offerta di Mps».

La reazione in Borsa

Il “no” dei soci Mediobanca all’ops su Banca Generali ha mandato in ’rosso’ il titolo di Piazzetta Cuccia, che da +0,5% è passato rapidamente a un calo dello 0,6%. Allarga di colpo le perdite anche Mps, che ora cede l’1,3%, con gli occhi del mercato che ora si spostano sull’offerta di Rocca Salimbeni sulla stessa Mediobanca (che ha già registrato l’adesione della holding Delfin).

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La “forchetta” tra i due titoli si sta allargando, segno che gli investitori, archiviato il tema Banca Generali, ora si attendono ancor di più un rilancio. Al momento, lo sconto dell’ops di Mps viaggia al 2,7%. Per colmare il gap, quindi, servirebbe da parte di Luigi Lovaglio un rilancio di circa 480 milioni.