Sul nostro pianeta c’è un’altra specie in via d’estinzione: i lettori. L’ultima statistica che parte chiedendosi quante persone abbiano l’abitudine di scorrere le righe di un testo (non per lavoro) e finisce per ritrovarsi una curva che sembra un tuffo dal trampolino arriva dagli Stati Uniti.

Gli individui che dedicano una parte, anche minima, della loro giornata alla lettura di qualunque tipo di testo su qualunque supporto, purché per il proprio piacere e non per studio o per lavoro, sono diminuiti del 40% in vent’anni.

Tre per cento in meno ogni anno

“Non è un piccolo calo, è declino sostenuto e costante del 3% ogni anno”, commenta Jill Sonke, la ricercatrice dell’università della Florida che con i colleghi dell’University College London ha condotto lo studio appena pubblicato su iScience.

La misura della Danimarca

Chi pensa che sia un problema americano può ricredersi con una notizia in arrivo dalla Danimarca. Ieri il ministro della cultura ha proposto di abolire l’Iva del 25% sui libri (la più alta d’Europa) per contrastare il calo dei lettori. La misura costerebbe allo stato 50 milioni di euro all’anno. La Gran Bretagna ha scelto da anni di seguire questo sentiero.

In Italia tutti scrittori

In Italia, secondo l’Istat, sembrano esserci in proporzione più scrittori che lettori. Anche se aumentano i titoli pubblicati, infatti, la percentuale di chi legge almeno un libro all’anno resta bassa, ma stabile intorno al 40%. Sette lettori su dieci continuano a essere affezionati al libro di carta.

Editoria, aumenta l’offerta di libri ma calano i lettori

Caterina Maconi

18 Dicembre 2023

Più donne che uomini

Le donne leggono più degli uomini e la fascia d’età tra i 10 e i 14 anni storicamente in Italia è quella che si dedica di più alla lettura, grazie all’abbondanza di tempo libero. Nel 2000 però si osserva uno scalino importante. I ragazzi del nuovo millennio vedono nei libri un oggetto più alieno rispetto a chi era venuto al mondo anche solo una manciata di anni prima.

Il tempo dedicato alla lettura

Chi è nato tra il 1995 e il 1999, nella fascia d’età 10-14 anni leggeva abitualmente nel 65% dei casi. Fra chi è nato tra il 2000 e il 2004, alla stessa età, il piacere di sfogliare un libro scende di oltre dieci punti percentuali: al 54%, secondo l’Istat.

Lo studio americano è partito dai risultati dello storico censimento sull’uso del tempo “American use of time survey” e ha analizzato le risposte offerte da 236 mila persone tra il 2003 e il 2023. A ciascuno è stato chiesto di tenere il diario delle proprie attività in una giornata tipo. Solo il 16%, nel 2023, aveva inserito fra le voci del diario del tempo dedicato alla lettura.

“Calo preoccupante”

Il calo dei lettori viene descritto nella ricerca come “significativo e profondamente preoccupante”. Anche perché una società già divisa su molti fronti come quella americana sembra aver trovato una nuova faglia. Chi continua a leggere, infatti, tende a dedicarsi di più al proprio hobby. Sono soprattutto le fasce povere, rurali e meno istruite ad aver perso questo piacere. Nel complesso, a ridursi è anche il tempo dedicato alla lettura per studio o lavoro.

“Le persone con livelli di educazione più alti e le donne continuano a leggere, ma anche fra di loro vediamo dei mutamenti” spiega Jessica Bone dell’University College London, un’altra autrice dello studio.

“Tra chi mantiene l’abitudine, il tempo trascorso leggendo è andato crescendo leggermente nel corso degli anni. Vuol dire che stiamo assistendo a una polarizzazione, con una parte della società che aumenta il tempo dedicato alla lettura e un’altra che ha cessato completamente”.