ATESSA. Sono quasi 600 i dipendenti dello stabilimento Stellantis Europe Atessa che hanno fatto richiesta di separation all’azienda. Un numero importante che ha superato di gran lunga i 402 lavoratori (400 Stellantis + 2 enti centrali) su cui si erano accordati a giugno azienda e sindacati Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr, per l’uscita incentivata volontaria di chi si avvicina alla pensione e vuole lasciare il posto di lavoro anzitempo. I lavoratori hanno fino al 31 ottobre per decidere se proseguire il percorso lavorativo nella fabbrica dei furgoni commerciali leggeri, ma le richieste sono fioccate a centinaia da subito. E se 402, su un totale di 4.800 dipendenti, rappresenta l’8% del parco lavoratori Stellantis Atessa, 600 è il 12% della forza operaia dello stabilimento, un’enormità che può rappresentare un problema anche per l’azienda.

LE REAZIONI «Siamo sorpresi» ammette il coordinatore di Uilm Abruzzo, Nicola Manzi «non ci aspettavamo tante richieste che temo siano un effetto dell’incertezza che si sta vivendo in questo momento storico. Stellantis continua a essere, nonostante i numeri in calo, uno stabilimento leader per la produzione dei veicoli commerciali leggeri in Europa. La scadenza del 2035 per la realizzazione dei motori endotermici sta avendo un effetto completamente diverso da quello che accade nel settore auto: le persone continuano ad acquistare il Ducato per affidabilità e rapporto qualità-prezzo. Una ripresa con 640-650 veicoli al giorno, numeri che consideriamo bassi, va sostenuta attraverso le richieste di mercato che dovrebbero arrivare, e soprattutto incentivando la possibilità di aumentare la produzione del Ducato elettrico, oggi ferma a 5/6 veicoli: dovremmo creare le condizioni affinché il cliente finale sia nelle condizioni di acquistare un Ducato anche elettrico, e renderlo competitivo». Ma con meno persone nello stabilimento la competitività si abbassa. 

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