Le montagne, i lupi e tre amici che si mettono alle spalle la città per cercare l’armonia e indagare il mistero della natura selvaggia. A più di dieci anni dall’esordio arriva l’opera seconda di Sergio Peter, “Altavìa”: un sogno di profondità e libertà

Comasco, libraio a Milano, debuttante nel 2014, con Dettato per l’editore Tunué, e adesso tornato in libreria grazie a Il Saggiatore, che ha dato fiducia a un libro che all’apparenza è un “malloppone” (specie se paragonato al primo, limpido e conciso), ma è un esempio fulgido di volume magnetico, di quelli in cui le montagne e gli animali selvatici, a cominciare dai lupi (presenti già in copertina), sono i protagonisti. Però diverso da quel tipo di libro sulle montagne a cui avete pensato in prima battuta, sintonizzatevi altrove. Lui è Sergio Peter e il suo romanzo, arrivato oltre un decennio dopo l’esordio, si intitola Altavìa (438 pagine, 20 euro).

Da una felice fucina a un libro senza modelli

Brevemente si potrebbe iniziare dalla fine, da uno dei ringraziamenti più concisi e sentiti («Vanni, dopo dieci anni, ora e per sempre») dell’autore, con riferimento alla fortunata collana di narrativa di Tunué curata da Vanni Santoni, che ha lanciato gente mai banale, da FunettaLabbate, da Barison a Zandomeneghi, da D’Isa a Ricuperati. allo stesso Peter. È da quella bottega artigiana di grande dedizione e di grande entusiasmo che, da lontano, si arriva ad Altavìa, libro che esplora il rapporto spirituale, anzi trascendente, dell’uomo con la natura, in un tripudio di stili e sguardi, in cui la pagina sa farsi ora lirica, ora euforica, ora romanzesca, fedele solo a se stessa, senza modelli veri, neanche super classici.

Vivi e liberi

I lupi – personaggi e simboli ricorrenti, dalla letteratura al cinema, alla storia dell’arte – non sono i soli elementi centrali del libro di Sergio Peter, che si affida all’amicizia di tre figure maschili (ma non mancano quelle femminili…), Sergio, il Bosceta, Filo, diversissimi e a loro modo enigmatici. Fanno una scelta netta, lasciano Milano per i monti, ispirati dalle lezioni di un carismatico docente universitario, Guido Caviezel. È un viaggio cruciale, lungo i sentieri, fra la nebbia, a colloquio con singolari montanari. Proveranno a capire la profondità e la libertà di uno spazio selvaggio, antitetico a quello che hanno a lungo vissuto. Profondità e libertà incarnate alla perfezione dai lupi. Come loro è possibile essere vivi e andare oltre i limiti? Armonia, paura e mistero sono alcune delle risposte possibili, delle strade percorribili…

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