Vernice rossa simile al colore del sangue sulle grandi lettere grigie dello storico logo aziendale della Microsoft. E’ così che il colosso tecnologico più importante del mondo è finito nel mirino dei manifestanti pro-Pal. Succede nello Stato di Washington, dove la polizia ha arrestato almeno 18 persone per aver manifestato contro Israele fuori dalla sede centrale di Redmond a 15 miglia a est di Seattle.

Tra loro i lavoratori dell’azienda fondata da Bill Gates che hanno chiesto al gigante della tecnologia di interrompere immediatamente i suoi rapporti commerciali con Israele. La settimana scorsa Microsoft ha dichiarato di aver incaricato uno studio legale di indagare sulle accuse riportate dal quotidiano britannico The Guardian secondo cui le Forze di difesa israeliane (Idf) avrebbero utilizzato la piattaforma di cloud computing Azure di Microsoft per archiviare i dati delle telefonate ottenuti tramite la sorveglianza di massa dei palestinesi a Gaza e in Cisgiordania. 

Ora promette Microsoft effettuerà una revisione “urgente” dell’uso della sua tecnologia da parte dell’esercito ebraico.

E’ lo stesso quotidiano israeliano Times of Israel a riferire della notizia che da due giorni tiene banco presso il campus Microsoft. Secondo il Dipartimento di Polizia di Redmond, martedì circa 35 manifestanti che occupavano una piazza tra gli edifici dell’azienda se ne erano andati pacificamente dopo che Microsoft ha chiesto loro di lasciare il luogo, salvo poi  “resistere e diventare aggressivi” dopo che la stessa ha comunicato alla polizia che si trattava di un’intrusione.

“Abbiamo chiesto loro di andarsene con le buone o sarebbero stati arrestati”, ha dichiarato la portavoce della polizia prima di rendere esecutivo il reato di resistenza a pubblico ufficiale.

Proteste dei dipendenti Microsoft su legami con Idf, 21 08 2025

Proteste dei dipendenti Microsoft su legami con Idf, 21 08 2025 (X)