Il 49enne, esperto di alte quote e dipendente di un’azienda di cybersecurity, è deceduto sul Pik Pobeda a quasi 7mila metri di quota. Stava portando aiuto a un’alpinista russa rimasta ferita durante la discesa. I soccorsi sono ostacolati dal maltempo, la Farnesina segue il caso.
Un alpinista milanese, Luca Sinigaglia, 49 anni, ha perso la vita nei giorni scorsi in Kirghizistan, sul Pik Pobeda (7.439 metri, noto anche come Jengish Chokusu), la montagna più alta del Tien Shan al confine con la Cina. Sinigaglia si trovava in spedizione quando ha deciso di prestare aiuto a un’alpinista russa, Natalia Nagovitsyna, rimasta bloccata in quota dopo essersi fratturata una gamba durante la discesa dalla cima.
Il tentativo di soccorso
Secondo le ricostruzioni, l’incidente è avvenuto attorno al 12 agosto. Nagovitsyna non riusciva più a muoversi e si trovava a quasi 7mila metri di quota. Sinigaglia, insieme a un collega tedesco, ha deciso di raggiungerla portando viveri, sacco a pelo, fornello e gas per consentirle di sopravvivere in attesa dei soccorsi. I due hanno passato la notte in quota, esposti a condizioni estreme.Nei giorni successivi l’alpinista milanese ha tentato un nuovo avvicinamento per assisterla, ma il maltempo e l’altitudine lo hanno stremato. Tra il 15 e il 16 agosto, a circa 6.900 metri, Sinigaglia ha accusato i sintomi di un edema cerebrale d’alta quota, aggravato da ipotermia e congelamenti. Non ce l’ha fatta: il suo corpo è stato deposto in una grotta di neve, in attesa di recupero.
Un alpinista esperto
Nonostante non fosse un professionista della montagna, Luca Sinigaglia aveva una lunga esperienza in spedizioni extraeuropee. Nel 2022 aveva raggiunto la vetta del Pik Korzhenevskaya (7.105 metri, Pamir), lasciando una relazione tecnica per il CAI Milano che testimonia la sua preparazione e attenzione per la sicurezza. Di professione lavorava nella cybersecurity, ma il suo tempo libero era dedicato quasi interamente all’alpinismo d’alta quota.
I soccorsi ostacolati dal maltempo
In questi giorni squadre di soccorritori kirghisi e un elicottero privato hanno tentato di raggiungere la zona, ma le condizioni meteo proibitive hanno reso impossibile sia l’evacuazione della collega russa, sia il recupero della salma di Sinigaglia. La Farnesina è in contatto con la famiglia e con le autorità locali per seguire da vicino le operazioni.
Il ricordo
La notizia della morte è stata confermata dalla sorella, che ha espresso dolore e insieme orgoglio per il gesto di altruismo che ha portato Luca a rischiare la vita. “Era un uomo che non si tirava mai indietro”, raccontano amici e compagni di cordata.