Il tribunale di Torino, sezione lavoro, ha condannato il ministero dell’Interno, colpevole di non riconosciuto a due coniugi torinesi i vitalizi che spettano alle vittime di terrorismo. La sentenza, datata 22 maggio 2025, è diventata definitiva nei giorni scorsi. Ne dà notizia oggi, 21 agosto 2025, l’Osservatorio vittime del dovere, in occasione della giornata mondiale delle vittime del terrorismo.
La strage
Sono passati nove anni da quando, il 14 giugno 2016, un camion si lanciava a tutta velocità sulla folla lungo la promenade des Angalis, a Nizza. Il bilancio era stato drammatico: 86 morti, tra cui sei italiani, e oltre 400 feriti. I torinesi Mauro Giuseppe Sardu e Ombretta Romanin erano lì, a pochi passi dal luogo della strage, e sono riusciti a rifugiarsi in un albergo, come avevano raccontato l’indomani a TorinoToday.
Il primo risarcimento
La Francia ha subito riconosciuto Sardu e Romanin come vittime di terrorismo, concedendo loro un contributo una tantum. L’Italia, invece, inizialmente non ha fatto altrettanto. Motivo? A detta della prefettura di Torino e, poi, del ministero dell’Interno, “mancava il riscontro sulla presenza sul luogo dell’evento terroristico”. In sostanza, non sarebbe stato certo che i coniugi quella sera si trovassero a pochi passi dal luogo della strage. Eppure, se non sono sufficienti i loro racconti strazianti, anche i gps dei cellulari dimostrano che erano proprio lì.
Le conseguenze permanenti
Non solo: Sardu e Romanin hanno subito gravissime conseguenze psicologiche nell’attentato, tanto da vedersi riconosciuta un’invalidità permanente del 43%. Hanno dovuto fare i conti con un disturbo post-traumatico da stress, non sono riusciti a portare avanti le loro attività lavorative e hanno rinunciato a mettere al mondo dei figli, che desideravano da tempo.
La decisione del tribunale
Anche tenendo conto di questo, il tribunale ha accolto il loro ricorso contro il rifiuto del ministero di provvedere ai vitalizi che spettano di diritto alle vittime di terrorismo, presentato con l’Osservatorio e l’avvocato Ezio Bonanni. Adesso, ogni mese, il Viminale dovrà versare un assegno da 1.533 euro ciascuno.
Le parole dei sopravvissuti
“Mi sento abbandonato dallo Stato al quale appartengo – commenta Sardu – Ci auguriamo che il ministro Piantedosi prenda provvedimenti contro chi ci ha costretti a un calvario giudiziario lungo nove anni. Abbiamo perso i nostri progetti di vita. Solo grazie a questa sentenza ci sentiamo, almeno in parte, risarciti moralmente”.
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