Non solo Teide, Sierra Nevada o Livigno… I pro’ per i ritiri in altura stanno tornando anche sul Passo Pordoi. La Bahrain Victorious lo ha scelto come base per gli allenamenti estivi. Ma c’è un atleta che del Pordoi in qualche modo ne ha fatto la sua “seconda casa”: si tratta di Marco Frigo.
Lo abbiamo sentito a pochi giorni dall’imminente Vuelta, ma con il corridore della Israel-Premier Tech c’è stato tempo anche per parlare del mitico passo dolomitico. Lassù c’è una stele dedicata a Fausto Coppi e ogni giorno, nel pieno dell’estate, centinaia di ciclisti da tutto il mondo lo affrontano, sudano, soffrono, gioiscono e si innamorano delle sue bellezze.
E questo vale anche per i professionisti: se pensate che questi ragazzi siano sempre e solo numeri e dati, vi sbagliate. E il Pordoi ne è testimone.
Il cartello che indica il Passo Pordoi (2.239 m): seconda vetta più alta delle Dolomiti dopo il Sella (2.244 m)
La stele dedicata a Coppi suggella il legame fra questo passo e il ciclismo (foto Dolomiti Review)
Il cartello che indica il Passo Pordoi (2.239 m): seconda vetta più alta delle Dolomiti dopo il Sella (2.244 m)
La stele dedicata a Coppi suggella il legame fra questo passo e il ciclismo (foto Dolomiti Review)
Marco, tanti tuoi colleghi vanno in ritiro in altura sul Teide, oppure nella gettonatissima Livigno. Ora anche Andorra, dove tra l’altro molti vivono. Perché tu scegli il Pordoi?
Nel mio caso anche per una questione di vicinanza a casa. Io sono veneto e il Pordoi è in provincia di Belluno (un versante, l’altro è trentino, ndr). Ma in generale direi perché sei sulle Dolomiti e pedalare lassù non ha eguali. Non c’è un altro posto al mondo come le Dolomiti, secondo me. Già questo lo definirei il miglior motivo per scegliere il Pordoi. E poi è anche bello alto.
Siamo a 2.239 metri…
Una quota molto buona per l’ossigenazione. Ci sono un paio di hotel in cima, io mi sono sempre affidato all’Hotel Savoia. Ci si sta bene, tranquilli e i servizi sono ideali. Io poi vado in un periodo dell’anno che di solito è quello estivo (in qualche caso anche aprile inoltrato, ndr) perché già a settembre fai fatica. Alla fine è davvero disponibile per tre mesi all’anno.
La sua posizione è buona per cosa?
Perché puoi anche scegliere di allenarti un po’ più in basso, ci sono tanti percorsi. Per esempio dal Pordoi in 25 chilometri sei ad Alleghe, a quota mille metri o anche meno. Quindi praticamente non sei al livello del mare ma puoi svolgere determinati lavori. In più c’è anche un po’ di pianura. Oppure fai la stessa cosa scendendo in Val di Fassa, dall’altro versante: lì sei a 1.300-1.400 metri e appena vuoi hai subito qualche salita che ti riporta in quota.
A te perché piace?
A me piace molto il Pordoi, perché sei al centro di tutto. Mi verrebbe da definirlo un parco giochi. Sì, proprio così: il Pordoi è al centro di quel parco giochi che sono le Dolomiti. Da lì puoi scendere verso la Val di Fassa o la Valle di Livinallongo e si apre tutta una diramazione di altri passi. Penso al Fedaia, al Campolongo, al San Pellegrino, al Valles… potrei continuare per ore.
La bellezza del Pordoi e delle sue vedute (sullo sfondo i bastioni del Boè e il Sassolungo. Nel mezzo il Passo Sella (foto Dolomiti Review)
La bellezza del Pordoi e delle sue vedute (sullo sfondo i bastioni del Boè e il Sassolungo. Nel mezzo il Passo Sella (foto Dolomiti Review)
Una scelta vastissima in effetti…
Io sono stato in altri posti, in altre alture ed è tutta un’altra cosa. Magari hai 2-3 salite che puoi fare, mentre sul Pordoi hai una scelta immensa. Per questo dico che è un parco giochi.
Da un punto di vista tecnico, stare a 2.200 metri è utile ai fini dell’aumento dell’ossigenazione. Rispetto ai 1.800 metri di Livigno, che differenza c’è?
Sinceramente le percentuali non le so. Sicuramente è risaputo scientificamente che più in alto vai e meno ossigeno trovi, quindi è una cosa fisica. Ed è anche una cosa che aumenta in maniera esponenziale, quindi anche solo un piccolo aumento di altitudine può darti un più grosso decremento di ossigeno e quindi qualcosa in termini di miglioramento della forma. Non a caso molti atleti dicono di andare a Livigno poi in realtà risiedono al Passo Trepalle o all’Eira proprio per questo motivo. Io mi sono sempre trovato bene al Pordoi e quando sono sceso ho avuto buone sensazioni e un buon riscontro a livello di prestazioni. Anche quest’anno, prima del Giro, sono stato lassù 10 giorni in solitaria con un mio amico.
Ecco, da un punto di vista delle distrazioni com’è?
Sicuramente non è un ambiente familiare o friendly, di svago. Non è come Livigno insomma. Personalmente mi trovo bene in cima al Pordoi perché so che posso anche investire del tempo su me stesso e non solo in bici. Il non avere troppe distrazioni mi aiuta. Detto ciò in 15 minuti di macchina sei a Canazei o ad Arabba.
Investire del tempo per se stessi è una bella cosa. Cosa fai nel dopo-bici lassù?
Almeno una volta salgo in funivia al Sass Pordoi. Al pomeriggio si va lassù, sul filo dei 3.000 metri. Godi di un panorama unico, il silenzio, la maestosità delle montagne. Vedi cime su cime. Hai la Marmolada di fronte. Poi c’è anche un bellissimo sentiero semi-pianeggiante che conduce a Porta Vescovo, altra cima unica. Sei sul tetto del mondo, nel cuore delle Dolomiti.
Frigo sul Pordoi prima dell’ultimo Giro (fine aprile). Un luogo ideale anche per l’animo (foto Michelezanotto Photographer)
Per Marco tanti giri e tante salite. Per lui le Dolomiti sono un parco giochi (foto Michelezanotto Photographer)
Frigo sul Pordoi prima dell’ultimo Giro (fine aprile). Un luogo ideale anche per l’animo (foto Michelezanotto Photographer)
Per Marco tanti giri e tante salite. Per lui le Dolomiti sono un parco giochi (foto Michelezanotto Photographer)
Prima hai parlato di passi e diramazioni a non finire. Qual è il tuo giro preferito?
La mia salita preferita è proprio quella che porta al Pordoi, sono sincero. Mi piacciono entrambi i versanti, ma forse un filo di più quello che sale da Canazei. Mentre uno dei giri preferiti è quello con Colle Santa Lucia, Giau, la discesa verso Cortina e, prima di arrivarci, la svolta per il Falzarego e poi ancora più su sul Valparola. Quindi scendi a La Villa, Corvara, ti arrampichi sul Gardena, fai il Sella e rientri sul Pordoi dal lato di Canazei.
Un giro da oltre 4.000 metri di dislivello (per la precisione 121 km e 4.183 m di dislisvello)!
Sì, ma unico. Tocchi tutte le valli più belle. Io poi non sono uno che ama troppo la sosta al bar, ma ho un paio di punti fissi. Uno di questi è la Dolciaria Fassana: lì prendo quella torta al grano saraceno con i mirtilli che è una bontà.
Che rapporti utilizzi normalmente? Ci sono tante differenze tra passo e passo?
Le pendenze dei passi dolomitici sono abbastanza eterogenee. Puoi trovare veramente pendenze toste, penso al San Pellegrino dal Valles o al Fedaia. E puoi trovare salite ben più abbordabili, proprio come il Pordoi da entrambi i versanti che ha pendenze più fattibili. Anche il Campolongo e il Gardena sono abbordabili. Dai, ce n’è per tutti i gusti. Chi vuole una certa pendenza… la trova! Si trova persino la pianura.
Cioè?
Spesso nei giorni di scarico scendo in auto a Predazzo, in Val di Fiemme, e giro lì. In quel caso hai veramente poco dislivello.
Il bivio tra il Sella (a sinistra) e il Pordoi (a destra): siamo sul versante fassano, quello preferito da Frigo
Il bivio tra il Sella (a sinistra) e il Pordoi (a destra): siamo sul versante fassano, quello preferito da Frigo
Riguardo ai lavori come ti regoli? Magari fai le SFR sul Pordoi e gli scatti sul Giau?
Sì, esatto. Più o meno è così. Ormai essendoci stato parecchie volte ho i miei riferimenti, i miei tempi. Ad esempio il VO2 Max mi piace farlo sul Colle Santa Lucia partendo da Caprile, proprio dal basso.
Come mai?
Anche per una questione di quota. Certi lavori è meglio farli non troppo alti. Lì siamo poco sopra i mille metri. Mentre mi trovo bene a fare le SFR sul San Pellegrino perché ha una pendenza un po’ più alta. Quando invece c’è da fare i lavori di endurance allora una salita vale l’altra… più o meno. Gli sprint invece li faccio sempre in Val di Fassa, nella valle.
Che rapporti utilizzi maggiormente quando fai endurance, quindi Z2?
Avendo come moltiplica più piccola un 40, di solito dietro utilizzo un 40×23 o un 40×25, dipende anche dalla salita. Diciamo che mi attesto tra le 80 e le 90 rpm.