Simone Vagnozzi ha affrontato un periodo molto intenso al fianco di Jannik Sinner. Un 2025 in cui le emozioni non sono mancate nel bene e nel male, pensando ai risultati nel massimo circuito internazionale del tennis e anche alla vicenda “Clostebol”, che ha avuto come un epilogo l‘accordo tra i legali del n.1 del mondo e la WADA, con conseguente sospensione di tre mesi dall’attività agonistica di alto livello.
Una situazione che Sinner e il suo staff ha saputo fronteggiare in maniera molto positiva, raggiungendo tre finali nei quattro tornei a cui ha preso parte dopo la pausa “forzata”, diventando il nuovo re di Wimbledon. Un’affermazione che ha confermato lo status di n.1 dell’altoatesino, che però prima e dopo i Championships ha fatto parlare media e appassionati per le sue scelte relative al proprio team: la fine del rapporto con Marco Panichi (preparatore atletico) e Ulises Badio (fisioterapista) e il ritorno di Umberto Ferrara (preparatore atletico), coinvolto nel caso di doppia positività menzionato.
Vagnozzi, intervistato dal sito ufficiale dell’ATP, ha analizzato i vari aspetti: “È una posizione meravigliosa, qualcosa che cercavamo da tre anni e mezzo. Arrivare al numero uno significa andare in ogni torneo con l’intenzione di vincerlo. Come diciamo sempre nel nostro team, la cosa importante è cercare di lavorare e prepararsi nel miglior modo possibile per avere l’opportunità di competere e vincere il maggior numero di titoli possibile. Per noi l’importante è avere la tranquillità di aver fatto tutto al meglio“, ha dichiarato.
Risultati importanti, frutto anche dell’ottima interazione con l’altro coach, l’australiano Darren Cahill: “Devo dire che sono molto fortunato ad aver incontrato una persona come Darren, sia dal punto di vista professionale che personale. Abbiamo avuto subito un’ottima sintonia e questo ci ha aiutati nel nostro percorso. Non è mai facile trovare quella chimica, ma abbiamo sempre messo al primo posto l’interesse di Jannik. In pratica abbiamo ruoli diversi: io sono responsabile degli aspetti più tecnici e tattici, mentre lui si occupa più della parte mentale ed emotiva. Ovviamente condividiamo tutto e la cosa più importante è che il giocatore senta sempre una voce unitaria“.
Da capire se il rapporto tra Cahill e Sinner proseguirà, per l’esigenza manifestata dall’aussie di passare tempo con la sua famiglia. Tuttavia, la “scommessa” vinta da Jannik con il tecnico australiano, ovvero poter decidere lui del destino di Darren grazie al successo londinese, potrebbe portare a una prosecuzione magari con tempi diversi: “Onestamente al momento non c’è nulla di certo, ma saremo tutti felici se Cahill resterà“.
Vagnozzi ha poi parlato proprio del pusterese: “È una persona molto calma e molto matura per la sua età. Sa esattamente cosa vuole ottenere nella vita, ma è anche un ragazzo di 23 anni divertente e geniale, una persona piacevole da avere accanto fuori dal campo. Il suo segreto è proprio questo: il desiderio costante di migliorarsi, il non essere mai soddisfatto. Senza questo, trovare ogni giorno la motivazione per allenarsi sarebbe davvero difficile. Fondamentale è che il giocatore studi anche per conto proprio. È un modo per visualizzare la partita. È importante che noi forniamo informazioni e analisi, in modo che Jannik possa averle ben chiare“.
In conclusione sul grande rivale, Carlos Alcaraz: “È un giocatore così speciale che ti pone problemi che altri non sanno creare. Per questo è essenziale prepararsi nel miglior modo possibile per risolvere gli enigmi che ti propone. Più ti alleni in quelle situazioni, più ti sentirai a tuo agio in partita. Come in tutto, penso che l’equilibrio sia la qualità più importante che un giocatore deve avere. Rimanere con i piedi per terra quando le cose non vanno bene, e non abbattersi quando non succede ciò che ci si aspettava“.