Dopo la polemica sul Nitag, la Lega prosegue la battaglia contro l’obbligo vaccinale. Nelle scorse ore il leader Matteo Salvini ha detto che “avere dubbi sull’obbligo dei vaccini è buon senso”. Mentre Claudio Borghi, che l’anno scorso aveva presentato un emendamento al decreto liste di attesa per far saltare l’obbligo, ha rincarato la dose: “Ci riproveremo, certo. Così ci allineeremo con gli altri Paesi, visto che a livello internazionale quello che ha fatto l’Italia è l’eccezione, non certo la regola”. Secondo le sue parole, riportate da Repubblica, Borghi ha aggiunto: “Vogliamo evitare qualsiasi obbligo vaccinale ma sarà necessario l’accordo con gli alleati”.

Le parole di Salvini

“Dirsi dubbiosi sull’obbligo vaccinale che non c’è nella maggior parte dei Paesi europei non penso sia antiscientifico, penso sia di buon senso”, aveva detto due giorni fa il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Poi era tornato sulla vicenda dell’azzeramento da parte del ministro della Salute Schillaci della commissione vaccini per la presenza di due esponenti critici nei confronti delle immunizzazioni. Salvini ha sottolineato di non voler chiedere le dimissioni di Schillaci, ma “lo dico da ministro: è come se io avessi nominato una commissione da me firmata, con dei membri da me scelti, e dopo tre giorni mi fossi auto azzerato la commissione da me scelta. Avrei un problema in casa”. “Poi – ha concluso – leggevo oggi un’intervista interessante di uno di questi due professori e medici che non stanno simpatici a qualcuno, non sono no vax, semplicemente chiedono che vengano calcolati tutti i benefici che ci sono nei vaccini e anche eventuali controindicazioni”.

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La vicenda Nitag

Il tema è tornato alla ribalta per la polemica sul Nitag, l’organismo di consulenza del ministero alla Salute sulle vaccinazioni. Il ministro Schillaci aveva nominato 22 membri e poi li ha revocati per la presenza tra i nomi di due persone con posizione critiche, o contrarie, sui vaccini: l’ex ematologo Paolo Bellavite e il pediatra Eugenio Serravalle. All’irritazione della premier Meloni è seguita la presa di distanza soprattutto della Lega. Salvini ha attaccato senza mezzi termini il ministro della Salute: “Ha deciso di testa sua ma evidentemente al ministero c’è qualcosa che non funziona perché o si è distratto prima o si è distratto dopo. Delle due l’una, visto che le ha firmate lui e li ha rimossi lui”.

Le posizioni in maggioranza

La Lega dunque punterebbe a cancellare o cambiare la legge del 2017 dall’allora ministra Lorenzin che ha introdotto in Italia l’obbligatorietà per i genitori di fare i vaccini pediatrici ai figli, pena l’impossibilità di iscriverli a scuola. Non di tutti gli esponenti del Carroccio sono allineati (ad esempio Zaia ha espresso posizioni differenti). Nella maggioranza di governo Forza Italia in questi giorni ha invece difeso lo strumento dei vaccini.

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