Sono 35 mila i cittadini bergamaschi sono ancora senza medico di base, 5 mila in più rispetto al 2024. Sulla carenza dei dottori e sulla situazione della medicina territoriale è intervenuto il consigliere regionale Davide Casati, componente della Commissione Sanità.

“Il servizio sanitario nazionale si regge sulla figura del medico di base, primo filtro per l’accesso alle prestazioni sanitarie – afferma Casati -. Venendo meno questa figura, il servizio collassa con ricadute sui pronto soccorso rendendo di fatto l’accesso al sistema non più regolato e controllato. E, guardando le proiezioni, da qui al 2030 il numero dei medici di base che andranno in pensione è maggiore di quelli che lo diventeranno purtroppo”.

 

Davide Casati
Davide Casati

 

“Serve una riforma radicale che metta al centro la figura del medico di base”, prosegue Casati. Tra le ipotesi ventilate dall’ex sindaco di Scanzorosciate ci sono la specializzazione universitaria per diventare medico di base, ma anche l’introduzione nella laurea in medicina di moduli specifici sulla medicina di base e l’aumento delle borse di studio per chi sceglie la specializzazione in medico di base.

“Si dovrebbe fornire alle case di comunità hub e gli ambulatori spoke in cui si pratica la medicina di gruppo di attrezzature e tecnologie moderne per gli esami con la collegata formazione necessaria a favore dei medici – propone il consigliere regionale -. Oppure dare risorse economiche a favore di chi intraprende la professione di medico di base vincolate alla copertura delle spese amministrative per ridurre il peso burocratico in capo ai medici che riduce il tempo a disposizione delle visite dei pazienti e, infine,  dare incentivi per consentire ad un medico di base di esercitare la professione nelle aree interne più lontane dal centro”.

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