di
Ruggiero Corcella
Il nuovo Rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità e dell’Organizzazione meteorologica mondiale mette in guardia sulle conseguenze gravi per la salute: si stima che più di 22,8 milioni di infortuni sul lavoro e quasi 19mila morti ogni anno siano attribuibili direttamente all’esposizione al caldo eccessivo
Oltre 2,4 miliardi di lavoratori sono già esposti a temperature estreme che minacciano salute, sicurezza e produttività. Nel nuovo rapporto congiunto (che si basa sui dati del 2024), Organizzazione Mondiale della Sanità e Organizzazione Meteorologica Mondiale lanciano l’allarme e chiedono piani d’azione specifici per proteggere chi lavora all’aperto e nei settori più a rischio. In Italia, l’aumento delle ondate di calore e i cambiamenti climatici stanno già riducendo la capacità lavorativa, soprattutto in agricoltura e edilizia.
Una guida per proteggere vite
«Lo stress da calore sta già danneggiando la salute e i mezzi di sussistenza di miliardi di lavoratori, soprattutto nelle comunità più vulnerabili», sottolinea Jeremy Farrar, vicedirettore generale dell’Oms per la promozione della salute. «Questa nuova guida offre soluzioni pratiche e basate sull’evidenza per proteggere la vita, ridurre le disuguaglianze e costruire una forza lavoro più resiliente in un mondo in via di riscaldamento». Le sue parole fotografano un’urgenza globale: il riscaldamento climatico non è solo un problema ambientale, ma una questione di salute e giustizia sociale.
Secondo il nuovo Rapporto «Climate change and workplace heat stress», che si basa su cinquant’anni di ricerche e prove, la frequenza e l’intensità degli eventi di calore estremo sono cresciute in modo drastico. L’Omm riferisce che il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato: la temperatura media globale è stata di 1,45 °C superiore ai livelli pre-industriali, il valore più alto mai registrato. In molte regioni del mondo, giornate con oltre 40 °C – e persino punte sopra i 50 °C – stanno diventando sempre più comuni.
Malattie, infortuni e calo di produttività
Il documento mette in guardia su conseguenze gravi per la salute: colpi di calore, disidratazione, disfunzioni renali, disturbi neurologici. Non meno rilevante è l’impatto economico: la produttività scende del 2–3% per ogni grado oltre i 20 °C (misurati con l’indice WBGT, che combina temperatura e umidità). Le stime sono impressionanti: più di 22,8 milioni di infortuni sul lavoro e quasi 19mila morti ogni anno sono attribuibili direttamente all’esposizione al caldo eccessivo. Almeno 26 milioni di persone soffrono di malattie renali croniche dovute alle condizioni termiche nei luoghi di lavoro.
Una sfida sociale globale
«Lo stress da calore è diventato una sfida sociale globale, che non è più confinata ai paesi situati vicino all’equatore, come evidenziato dalla recente ondata di caldo in Europa, proteggere i lavoratori dal caldo estremo non è solo un imperativo sanitario ma anche una necessità economica», ha sottolineato Ko Barrett, vicesegretaria generale della Wmo.
Il rapporto e le linee guida delineano le questioni-chiave relative agli impatti sulla salute del caldo estremo.
- La frequenza e l’intensità degli eventi di calore estremo sono aumentate notevolmente, aumentando i rischi sia per i lavoratori all’aperto che per quelli al chiuso.
- La produttività dei lavoratori diminuisce del 2-3% per ogni grado superiore a 20°C.
- I rischi per la salute includono colpi di calore, disidratazione, disfunzioni renali e disturbi neurologici, che ostacolano la salute e la sicurezza economica a lungo termine.
- Circa la metà della popolazione mondiale subisce le conseguenze negative delle alte temperature.
Soluzioni pratiche e basate sulle prove
La risposta, affermano Oms e Wmo, passa attraverso gli Occupational Heat Action Plans (OHAPs), piani di azione mirati a settori e contesti specifici, da elaborare con la partecipazione di lavoratori, sindacati, imprese e autorità sanitarie. «Questa nuova guida offre soluzioni pratiche e basate sull’evidenza per proteggere vite umane, ridurre le disuguaglianze e costruire una forza lavoro più resiliente in un mondo che si riscalda», ha spiegato ancora Farrar. Le misure raccomandate spaziano dalla formazione dei lavoratori e dei medici per riconoscere tempestivamente i sintomi – spesso sottovalutati o mal diagnosticati – all’introduzione di turni flessibili, pause all’ombra, idratazione costante e dispositivi di raffreddamento. Innovazione tecnologica e soluzioni sostenibili sono considerate leve decisive.
Una tappa fondamentale della risposta globale»
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), che ha collaborato al report, sottolinea la portata storica dell’iniziativa. «Questo rapporto rappresenta una tappa fondamentale nella nostra risposta collettiva alla crescente minaccia del caldo estremo nel mondo del lavoro», ha dichiarato Joaquim Pintado Nunes, capo del Dipartimento per la salute e la sicurezza sul lavoro dell’ILO. «Insieme a Oms e Wmo chiediamo un’azione urgente e coordinata per salvaguardare la salute, la sicurezza e la dignità di oltre 2,4 miliardi di lavoratori esposti a caldo eccessivo in tutto il mondo».
Uno strumento vitale per proteggere vite ed economie
Il documento si inserisce pienamente negli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite: eliminazione della povertà, salute e benessere, lavoro dignitoso e crescita economica, azione per il clima. «Questa guida rappresenta uno strumento vitale per aiutare i Paesi a rispondere in modo deciso, proteggendo vite, mezzi di sussistenza ed economie dalla crescente minaccia del caldo estremo. L’attuazione immediata di politiche e programmi che salvaguardino la salute e la produttività dei lavoratori di fronte ai cambiamenti climatici è essenziale», sottolineano gli autori del Rapporto.
22 agosto 2025
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