Illustrazione di Beppe Giacobbe per «la Lettura» #717
Benvenuti nella newsletter #287 de «la Lettura». Il nuovo numero del supplemento, il #717, domani in anteprima nell’App e domenica in edicola, si apre con una riflessione sul tema della coppia che esplora, in particolare, i comportamenti nelle relazioni affettive di adolescenti e giovani adulti. I temi del focus sono anticipati, in questa newsletter, da un testo di Jessica Chia. Segue, l’incipit del nuovo romanzo della scrittrice americana Katie Kitamura, «Audizione» (Bollati Boringhieri, dal 26 agosto), che tocca gli equilibri e le dinamiche di un’unione. Infine i consigli della redazione su cosa leggere, guardare, ascoltare nei prossimi sette giorni.
Lo scorso maggio ha debuttato anche la newsletter dedicata a ragazze e ragazzi: potete iscrivervi da questa pagina.
Illustrazione di Beppe Giacobbe per «la Lettura» #717 (particolare)
Vieteresti al/alla partner di vestirsi in un certo modo? Le risposte che emergono dall’indagine condotta da Ipsos per l’Osservatorio giovani dell’Istituto G. Toniolo (ottobre 2024), tra un campione rappresentativo di giovani tra i 18 e i 34 anni, è impressionante. Per il 43,5% dei maschi (contro il 73,7% delle femmine), questo comportamento è «mai accettabile». Per il 34,7% (maschi) e per il 15,4% (femmine), invece, è «accettabile in alcune circostanze».
Si tratta di uno dei dati pubblicati dall’indagine Stereotipi di genere e violenza sulle donne, raccolti nel nuovo numero de «la Lettura», il #717 domani in anteprima nell’App e domenica in edicola, in occasione di una conversazione dedicata al tema della coppia che esplora, in particolare, i comportamenti nelle relazioni affettive di adolescenti e giovani adulti.
Il tema di quello che sta succedendo alle relazioni di coppia nelle giovani generazioni era emerso su «la Lettura» #697 del 6 aprile, in occasione di un’intervista allo psicologo e psicoterapeuta Matteo Lancini, che parlando del suo libro Chiamami adulto (Raffaello Cortina) aveva spiegato: «Non ci sarà a breve nessun motivo per cui convenga mettersi in coppia, nel senso tradizionale (…). La coppia non ha vinto».
Ora «la Lettura» è tornata sull’argomento per capire se la cosiddetta coppia tradizionale — quella che si intendeva formata da un uomo e da una donna che si univano in matrimonio — è finita, e quali nuove forme e possibilità (o quali retaggi si porta dietro) l’idea di coppia tra i più giovani. Oltre a Lancini, hanno preso parte alla conversazione che apre il nuovo numero Annalisa Ambrosio, laureata in Filosofia e autrice de L’amore è cambiato (Einaudi); il demografo, saggista e docente all’Università Cattolica di Milano, Alessandro Rosina; la sociologa Chiara Saraceno (in libreria con La famiglia naturale non esiste, Laterza).
L’approfondimento esamina i nuovi comportamenti relazionali: oggi la coppia è diventata più fluida, aperta a nuove forme e possibilità, «liquida», per prendere in prestito la celebre immagine del filosofo Zygmunt Bauman. Una trasformazione che è specchio di cambiamenti storici, sociali, educativi; oggi si riscontrano un maggiore individualismo e un maggiore desiderio di realizzazione del sé a scapito di desideri comuni e della negoziazione. E il discorso si amplia anche alla monogamia, al poliamore, al numero di single in crescita, fino a immaginare la famiglia «del futuro».
Accompagnano queste pagine, l’intervista di Enrico Rotelli alla scrittrice americana Katie Kitamura sul suo nuovo romanzo in uscita per Bollati Boringhieri, Audizione (traduzione di Costanza Prinetti, dal 26 agosto; candidato al Booker Prize 2025), il cui intreccio tocca alcuni nodi sensibili all’interno di una coppia; Paola Piacenza intervista Tony McNamara, sceneggiatore del remake della Guerra dei Roses (dal 27 agosto al cinema: s’intitola I roses), il film del 1989 diretto da Danny DeVito, tratto dal romanzo omonimo di Warren Adler e incentrato sulla brutale separazione dei due protagonisti.


Katie Kitamura (foto di Calyton Cubbit)
Pubblichiamo in anteprima l’incipit di «Audizione», nuovo romanzo della scrittrice americana Katie Kitamura (1979). Candidato al Booker Prize 2025, il libro arriva in Italia il 26 agosto per Bollati Boringhieri nella traduzione di Costanza Prinetti (pp. 176, euro 17).
Quel locale così grande nel distretto finanziario mi sembrò una scelta strana, quindi non entrai subito e controllai l’indirizzo, il nome del ristorante, chiedendo mi se mi fossi sbagliata. Ma poi, oltre la vetrata, lo vidi seduto a un tavolo in fondo alla sala. Rimasi a guardarlo attraverso strati di vetro e di riflessi, compreso quello del mio viso. Sentii qualcosa snodarsi nello stomaco, lento e languido, e decisi che avrei fatto meglio ad andarmene subito, a non entrare.
In quel momento, la porta del ristorante si aprì e ne uscì un uomo, che la tenne aperta rivolgendomi un cenno della testa, e per via di quella piccola gentilezza – un invito, o un’ingiunzione, a entrare – varcai la soglia. L’ingresso era pieno di clienti che prendevano i cappotti, di gente che andava e veniva, e per un attimo rimasi in balia dei loro movimenti. Quando la folla scemò lo vidi di nuovo, dall’altra parte della sala, intento a studiare il menu con aria nervosa. Era seduto a un tavolo tra l’entrata della cucina e i bagni, in un flusso di costante andirivieni. Una coppia di uomini d’affari lo urtò, e lui si raddrizzò con aria scocciata, lo vidi fare un respiro profondo, come per raccogliere o riordinare i pensieri.
Il responsabile di sala mi chiese se avessi prenotato. Gli dissi che dovevo incontrare una persona e indicai il ragazzo seduto in fondo al ristorante. Xavier. Mi venne in mente che probabilmente era stato proprio il responsabile a sistemarlo a quel tavolo così infelice, e quando puntai il dito vidi un lampo di sorpresa attraversargli la faccia. Squadrò rapido me, il mio cappotto, i miei gioielli. Fu la mia età, più che altro, a confonderlo. Mi rivolse un sorriso tirato, e con gentilezza mi chiese di seguirlo. Non ero obbligata a obbedirgli, avrei potuto dire di essermi sbagliata, o tirare fuori un contrattempo improvviso, avrei potuto voltarmi e andarmene. Ma sembrava troppo tardi, ormai, e proprio come ero entrata su invito di quell’uomo alla porta, in base all’imperativo di una semplice cortesia, seguii il responsabile di sala attraverso il dedalo di tavoli occupati. Mi chiesi di nuovo perché Xavier avesse scelto un luogo così affollato in un orario di punta, quando avremmo potuto benissimo vederci da qualche altra parte, nel pomeriggio, di mattina o in prima serata, per un caffè o un drink. Il chiasso mi premeva addosso, mi riempiva la testa e mi impediva di pensare, di schiarirmi la mente nel rumore.
Xavier alzò lo sguardo mentre ci avvicinavamo. Posò il menu e si alzò, ricordai che era insolitamente alto. Per un attimo mi sentii intimidita, non so se da lui o dalla situazione. Xavier mi sorrise e disse che si era chiesto se sarei venuta o meno, quando mi aveva vista stava ormai per perdere la speranza.
Il responsabile di sala si era già dileguato. Ci sedemmo uno di fronte all’altra, io con la schiena verso la parete. Guardai Xavier e mi sfilai con calma la sciarpa. Stava ancora sorridendo, avevo da subito notato il suo fascino naturale, il carisma. Ma ora mi accorsi anche che lo dispensava con troppa generosità. Sembrava ignorarne l’intensità, come se non si accorgesse di vivere in un mondo abitato da altre persone. In questo senso, soprattutto, era ancora molto giovane.
Posai la sciarpa, mi scusai e gli dissi che di solito ero puntuale. Lui scosse la testa con fin troppo zelo, disse che non dovevo scusarmi, era solo ansioso, gli erano sorti quei dubbi perché temeva che avessi cambiato idea, in circostanze normali non avrebbe fatto caso a un ritardo di cinque minuti, succedeva spesso anche a lui.
(© 2025 Katie Kitamura/ © 2025 Bollati Boringhieri editore, Torino).
Su «la Lettura» #717, in arrivo nel weekend, Katie Kitamura è intervistata da Enrico Rotelli. Protagonista di «Audizione» è un’attrice quartantanovenne di cui non sapremo mai il nome. In un ristorante di Manhattan incontra Xavier, ragazzo di 25 anni che in sala tutti credono essere il suo amante. Lui invece sostiene di essere il figlio che aveva dato in adozione…


Una scena di «Long Story Short» (Netflix © 2025)
- Serie tv
Una saga familiare raccontata con continui salti nel tempo in un intreccio di diverse linee temporali. Raphael Bob-Waksberg, creatore di BoJack Horseman, ha ideato una nuova serie tv animata per adulti che oggi debutta su Netflix. Long Story Short segue le vicende dei fratelli Schwooper – Avi, Shira e Yoshi – dall’infanzia all’età adulta, mentre affrontano amori, crisi, maturità, vecchie ferite, morte e ricerca di uno scopo nella vita. Praticamente un incontro, ha scritto Rhik Samadder sul «Guardian», tra la serie per bambini Bluey e Tolstoj.
- Musica
Tre concerti, sempre alle 20, sotto il cielo della Costiera amalfitana. Il festival di Ravello (Salerno) ospita in esclusiva italiana la Dresdner Philharmonie diretta da Bertrand de Billy, con il mezzosoprano Annika Schlicht. In programma: Preludio da Parsifal, Wesendonck-Lieder di Wagner, Sinfonia n. 5 Riforma di Mendelssohn-Bartholdy. Domenica 24 agosto Michael Spyres, voce tra le più originali e ricercate di oggi, insieme all’ensemble Il Pomo d’Oro in un programma di arie estratte da opere di Händel, Vivaldi, Galuppi. Lunedì 25 agosto la Royal Philharmonic Orchestra guidata da Vasily Petrenko con pagine di Erich Wolfgang Korngold, John Williams e Rimskij-Korsakov.
- Arte
Dopo il grande successo ottenuto nel 2024 con la mostra dedicata a Federico Barocci, la Galleria Nazionale delle Marche prosegue nella celebrazione degli artisti della regione con la mostra monografica sul pittore pesarese Simone Cantarini. Curata da Luigi Gallo (direttore della Galleria Nazionale delle Marche), Anna Maria Ambrosini Massari e Yuri Primarosa, e organizzata in collaborazione con le Gallerie Nazionali Barberini Corsini di Roma, l’esposizione Simone Cantarini (1612-1648). Un giovane maestro tra Pesaro, Bologna e Roma (fino al 12 ottobre) testimonierà l’estro pienamente moderno del pittore attraverso una selezione di 56 dipinti. Nato a Pesaro nel 1612 e scomparso prematuramente nel 1648, in circostanze ancora misteriose, Simone Cantarini (considerato il più grande pittore marchigiano del Seicento) sarà celebrato 28 anni dopo la memorabile mostra organizzata a Bologna da Andrea Emiliani.
- Narrativa
M. è una scrittrice in fuga dalla guerra del suo Paese. Sospesa in un limbo tra esilio e alienazione linguistica, incapace di scrivere o di concepire un futuro chiaro, sale su un treno diretto a un evento letterario in un Paese confinante, ma rimane bloccata in una città sconosciuta, dove il suo telefono smette di funzionare. In quel silenzio digitale trova un inatteso sollievo: è l’occasione per «sparire», per perdersi nei margini della realtà, forse addirittura reinventarsi come artista circense. La scrittrice russa Marija Stepanova con La sparizione (traduzione di Cristina Moroni, Bompiani, pagine 156, euro 18) racconta uno smarrimento che è anche liberazione.
- Narrativa per ragazzi
Anna Milbourne, autrice inglese di libri per l’infanzia, dopo essersi occupata di cavalieri e principesse, di eroi e animali di tutti tipi (rane, dinosauri, pinguini…), ha scoperto i mostri per la gioia e il divertimento dei lettori alle prime armi. Sulla copertina del suo libro cartonato Il mostro mangiatutto (traduzione di Francesca Albini, illustrazioni di Anna Süßbauer, Usborne edizioni, pp. 10, euro 9,90, da 2 anni) c’è un buffo esserino blu dallo sguardo… indecifrabile. E non poteva essere diversamente visto che con una rotellina su un lato della cover è possibile cambiargli gli occhi (forma e dimensioni). Nello sfoglio, muovendo altre rotelline laterali, si scoprono i cibi preferiti dal mostriciattolo e anche che cosa pensa di quello che mette nello stomaco.
- Saggi
Forse pensate di sapere tutto sul nazismo, ma potreste trovare diverse informazioni interessanti nel libro di Andrea Lorenzetti Guerre, deportazioni, dittature, eroi (Mimesis, pp. 196, euro 18), una raccolta di articoli che approfondisce vari aspetti, con particolare riferimento all’universo dei Lager. Si racconta dei preti rinchiusi a Dachau, dei profitti che l’industria tedesca ricavò dal lavoro forzato, del ruolo femminile nel Terzo Reich, di quel sinistro precedente che fu lo sterminio degli indigeni Herero nell’attuale Namibia. C’è anche uno scritto sui crimini italiani in Jugoslavia: peraltro il nonno materno dell’autore era un autonomista fiumano ucciso dai partigiani di Tito.

