La crescita di Hadjar

L’esordio in Formula 1, con il testacoda e il ritiro avvenuto durante il giro di ricognizione in Australia, aveva suscitato qualche dubbio sulle potenzialità di Isack Hadjar, vicecampione di Formula 2. Una volta superato il trauma sportivo iniziale, la costante crescita del pilota franco-algerino ha messo d’accordo buona parte del mondo del Circus, come dimostrato da performance quali il 6° posto a Monte Carlo che hanno contribuito alla seconda posizione nella classifica riservata ai rookie, dietro al solo Andrea Kimi Antonelli.

Passaggio in Red Bull?

Prestazioni che hanno più volte accostato il nome di Hadjar a quello della Red Bull, ancor più dopo le difficoltà che sta ancora patendo al volante della RB21 il suo ex compagno di squadra in Racing Bulls Yuki Tsunoda, passato a Milton Keynes dopo due gare in sostituzione di Liam Lawson, a sua volta tornato nel team faentino.

In attesa del ritorno in pista a Zandvoort, la classifica generale parla chiaro: Hadjar si trova in 13esima posizione a 22 punti, dodici in più rispetto a quelli collezionati da Tsunoda, solo 19°. Le voci su un possibile approdo in Red Bull a stagione in corso non sono mancate negli ultimi mesi, tanto che l’attuale CEO della Racing Bulls, Peter Bayer, aveva ribadito di tenere “in manette” il proprio pilota. Un’affermazione ovviamente scherzosa, come ha ribadito il manager austriaco, sulla quale oggi è tornato ribadendo comunque la volontà di non cedere Hadjar alla Red Bull o ad altri top team: “Abbiamo un forte allineamento interno sul fatto che dobbiamo affrontare quest’anno con calma, concentrandoci tutti sul nostro lavoro – ha spiegato a planetf1.com – sono sicuro che, dopo la pausa estiva, inizieranno le discussioni sul 2026, ma onestamente, oso dire che nel 2025, vogliamo tutti mantenere la calma e, parlando di Isack, dargli la possibilità di crescere, di imparare. Onestamente, è incredibile”.

Bayer, nell’elogiare le qualità di Hadjar, è rimasto poi colpito da un episodio avvenuto nel corso del GP d’Austria, durante il quale ha compreso ulteriormente il talento del 20enne: “Stavo ascoltando la radio, e il suo ingegnere di pista (Pierre Hamelin) gli ha detto: ‘Isack, stai perdendo circa mezzo decimo in curva 6′. Isack gli ha chiesto se poteva essere più preciso, e Pierre gli ha risposto che stava perdendo 0,035 secondi in quella curva’. A quel punto Isaac ha risposto: ‘OK, allora so cosa fare’, e lo ha fatto. Onestamente – ha concluso – penso che vedremo grandi cose da lui. La sua mente sta semplicemente lavorando e crescendo. Isack è un ragazzo fantastico, ma ha bisogno di quest’anno con noi, e tutti sono d’accordo che è quello che dovremmo fare“.