Per capire le dimensioni del problema basti pensare che l’Africa ha una superficie di 30.309.495 km2 contro i 10.530.000 dell’Europa o i 9.867.000 degli Stati Uniti. Una sperequazione tutt’altro che facilmente individuabile dalla maggior parte delle mappe in nostra dotazione. La colpa di questa visione distorta va tuttavia attribuita in primis a una persona in particolare: il suddetto fiammingo, tale Gerhard Kremer (latinizzato in Gerardus Mercator e poi in Mercatore). Va detto che il nostro Mercatore aveva agito ai tempi in buona fede, brevettando quella proiezione che ora porta il suo nome soprattutto per aiutare i navigatori ad orientarsi nelle loro scorribande marittime (era pur sempre il 1599). Come spiega Adnkronos infatti, sulle mappe che sfruttavano l’intuizione fiamminga, le linee di rotta costante (le cosidette loxodromie) appaiono come rette, semplificando molto la vita dei navigatori. Questo metodo permette di rappresentare il globo mantenendo gli angoli, il che è ciò che più interessa in ambito principalmente nautico. Questa soluzione presenta tuttavia un importante rovescio della medaglia: tanto più ci si allontana dal centro di proiezione, tanto più l’area proiettata sarà deformata, distorcendo poco chi si trova sull’Equatore e molto chi si trova a distanza da quest’ultimo. Un problema che tuttavia è stato per secoli facilmente superabile, soprattutto fin quando un certo colonialismo aveva piacere a rappresentare fisicamente una distorsione che aveva ragioni più profonde di potere e ricchezza.