Le tutele per legge non fermano le aggressioni contro i professionisti sanitari. Nel 2024, infatti, sono state oltre 18 mila le segnalazioni, con una crescita del 15% in un anno. Un trend che continua dal 2019. Questo nonostante, dal 2020 ad oggi, siano state approvate varie misure in Parlamento per cercare di arginare il fenomeno.

I numeri delle aggressioni

ISono due le fonti principali da cui ricavare i dati sulle aggressioni. La prima è l’osservatorio nazionale istituito nel 2020, che ha presentato la sua relazione in Parlamento lo scorso marzo. Come accennato, nel 2024 sono state segnalate 18 mila aggressioni, che hanno coinvolto oltre 22 mila persone (un episodio può coinvolgere più soggetti). La seconda fonte, invece, è l’Inail. Secondo l’Istituto, dal 2019 al 2023 sono stati registrati quasi 12 mila infortuni da aggressioni o violenze; solo nel 2023 sono stati 2.500 gli infortuni da aggressione, in aumento del 3% rispetto al 2022, quando erano aumentati del 15,9%. Viene stimato che circa un infortunio su dieci nella sanità derivi da un’aggressione.

Le tutele legali

Numeri che, quindi, non sono stati frenati dalle tutele approvate negli anni. La prima è datata 2020; si tratta della legge 113/2020, interamente dedicata al fenomeno delle aggressioni nella sanità. La legge ha aumentato le pene e le sanzioni per chi commettesse atti violenti; i professionisti sanitari, infatti, sono stati equiparati alle forze dell’ordine, con una modifica al codice penale.

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Le lesioni al personale del Ssn vengono punite con pene severe: da quattro a dieci anni di reclusione per lesioni gravi, da otto a 16 per lesioni gravissime. Introdotto anche l’Osservatorio e la giornata nazionale, fissata per il 12 marzo. Il secondo intervento è arrivato, invece, con il dl 34/2024 (legge 56/2023); fu tolta la differenziazione tra lesioni gravi e gravissime e fu concessa la possibilità di costituire posti fissi di polizia nei reparti. Infine, l’ultimo provvedimento, ovvero il dl 137/2024 (legge 171/2024). Tra le novità più importanti la definizione di arresto in flagranza differita: saranno considerati arresti in flagranza anche se effettuati dopo 48 ore dal fatto. Aumentate, inoltre, le pene per i danni alle strutture sanitarie: fino a cinque anni di carcere e una multa di 10 mila euro ai responsabili. (riproduzione riservata)

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