Vinsero la battaglia grazie alla loro f_ga. È il marzo 1995, siamo a La Ruota della Fortuna, prime time di Mediaset, e di fronte al totem Mike Bongiorno Giancarlo Pelosini da Rosignano Solvay decide di riempire quella casella mancante con una vocale sbagliata – la “i” invece della “o” – che lo fa passare alla storia. “Ma mica l’ho fatto apposta” dice a distanza di trent’anni, a pochi giorni dalla Coppa Cobram di Firenze in cui verrà celebrato il goliardico anniversario. Classe 1949, il Signor Giancarlo, come lo chiamò il conduttore e come viene ricordato ancora oggi sui social, sta vivendo una clamorosa nuova popolarità con i social network per quella gaffe che fece ridere tutta Italia e oggi appassiona anche chi all’epoca non era nato.

Signor Giancarlo, fughiamo subito ogni dubbio: lo fece apposta?

“La gente crede di sì ma non fu così. Il tema era “Le amazzoni” e io pensavo che potessero vincere le battaglie grazie a una spada che si chiamava “f*ga”, che ne so, ma giuro che non era calcolato”.

Che ricorda di quel momento?

“Eravamo in studio a Cologno Monzese e ricordo che tutti ridevano sotto i baffi. Sapevo che c’erano spesso definizioni con doppi sensi. Chiamai la “F di Firenze” e tutti sghignazzavano, dietro le quinte rideva anche lo storico autore Alvise Borghi. La gente che rideva mi distrasse un po’, poi Bongiorno disse: “Attento alle vocali”. E lì la situazione esplose. Detti la risposta e scoppiarono tutti a ridere, anche Paola Barale. Bongiorno replicò dicendo: “Questo passerà alla storia” e ebbe ragione”.

Pensò di averla fatta grossa?

“Dopo la registrazione andai in segreteria e sentii che nella stanza di là uno diceva “Forse è meglio tagliarla”, gli risposero “Macché!” in coro. La tennero ed eccoci qua”.

Fu la sua ultima apparizione.

“Sì, all’epoca si potevano fare solo cinque puntate di fila da campione, quella fu la mia uscita di scena, anche se poi tornai nel 2003 per una puntata. Però fu una grandissima esperienza”.

Come andò?

“Io e mia moglie eravamo appassionatissimi de La Ruota della Fortuna, la davano alle 19 e la seguivano in tantissimi. Provai a fare un provino, bisognava mandare una lettera e parlare di sé allegando una foto, io ne misi una di quando allenavo i ragazzini a calcio. Iniziai a mandarle nel 1994 e vedevo che non rispondevano, quindi fotocopiai le lettere e ne mandai una a settimana. Le numerai anche”.

A quante arrivò?

“A 117, poi mi richiamarono per un provino a Roma ai Parioli. Feci un gioco scritto facile, poi un colloquio con Borghi e una segretaria. Quando mi chiesero gli hobby dissi che ero allenatore di calcio per bambini e la segretaria mi fece: “Allora è lei quello che manda sempre le lettere!”. Il provino andò bene e a febbraio registrai le puntate a Milano. Portai cinque cambi di vestiti, uno me lo bocciarono e andai a comprarne un altro la mattina prima della registrazione coi soldi della prima vincita”.

Quanto vinse?

“Due crociere e 51,3 milioni di vecchie lire in gettoni d’oro, che poi diventarono circa 35 milioni di lire. Ci comprai la moto a mio figlio, la camera nuova a mia moglie e un’auto nuova”.

Che ricorda di Mike Bongiorno?

“Con lui parlavamo pochissimo, non avevamo rapporti. Lui sapeva che ero di Rosignano Solvay e si ricordava delle serate che presentava da giovane, quindi citava sempre i “fumi della fabbrica”. Durante un guasto a una lampada ci parlai e gli dissi che avevo anche altri hobby come allenare i bambini e iniziò a chiedermi anche di quello. Ma legai molto con Paola Barale, parlavamo nei corridoi prima delle puntate, poi venne a Castiglioncello, mi riconobbe e mi abbracciò. Mi disse: “Un concorrente normale me lo sarei dimenticato, uno come te no”.

Pelosini oggi nella sua vita da pensionato

Pelosini oggi nella sua vita da pensionato 

Quella vocale sbagliata le cambiò la vita?

“Lì per lì ricordo che finì a Blob e poi ne parlarono in un programma per un anniversario di Canale5. Solo dieci anni fa con l’avvento dei social ho avuto una nuova popolarità”.

E adesso?

“Ho lavorato per una vita alla Sip e alla Telecom, ora sono in pensione e mi divido tra Rosignano e Guardistallo, dove stanno i miei nipoti di 19 e 16 anni. Ma non c’è giorno in cui non mi chiamino o non mi fermino per quella roba delle amazzoni. Potrei scrivere un libro su tutti gli omaggi che hanno fatto”.

Giancarlo Pelosini star dei social

Giancarlo Pelosini star dei social 

Qualche esempio?

“Le magliette, i gadget e poi tutte le pagine sui social network dove ho migliaia di follower. Dei ragazzi di Torino hanno creato delle carte da collezione e quella del Signor Giancarlo è la prima. Una squadra femminile di Chivasso di uno sport che si chiama hitball si chiama “Vinsero battaglie”: hanno le maglie con, al posto dei nomi, le parole ‘Vinsero’-‘Battaglie’-‘Grazie’ ecc. Vengono a trovarmi ogni estate, è bello”.

E sarà anche alla Coppa Cobram a Firenze.

“Sarà un revival di quel marzo 1995, sono passati trent’anni. Il negozio Supercazzola ha creato pure una maglia speciale e, visto che si parla della corsa in bici di Fantozzi, la parola famosa può essere intesa anche come “fuga”…”.

Tornasse indietro rifarebbe tutto?

“Ovviamente sì, ripeto, mica lo feci apposta. Però in tutti questi anni ho capito una cosa, che non ho mai detto”.

Dica pure.

“Devo dire grazie a mia moglie Sandra. Non ero una persona spigliata, lei mi convinse e mi spronò a partecipare al programma. Lei mi ha migliorato e se ora sono un chiacchierone è merito suo. È un grande stimolo per me”.