Alla notizia dello sgombero del Leoncavallo, avvenuta giovedì 21 agosto 2025, le reazioni sono state tantissime. C’è chi ne ha evidenziato il valore storico e culturale. Fa parte di questo secondo schieramento Emis Killa, che ha voluto esprimere tramite un paio di storie Instagram il proprio rammarico per quella che definisce la fine di un’epoca, non solo di un luogo.

«Un pezzo della mia storia oggi muore con lo sgombero del Leoncavallo – ha scritto. – Non ne ho mai fatto (e mai ne farò) un discorso politico, quanto più una questione morale e d’animo».

Nato a Vimercate, in provincia di Monza e Brianza, ma cresciuto artisticamente all’ombra della Madonnina, Emis Killa, al secolo Emiliano Rudolf Giambelli, ha affidato ai social il ricordo della sua adolescenza, quando tra le mura del Leoncavallo i pomeriggi sembravano infiniti e nascevano amicizia e collaborazioni artistiche destinate a durare e a cambiare, in parte, la scena musicale di una città e non solo.

«Tantissimi ragazzi come me hanno forgiato la loro personalità artistica nei centri sociali, il Leo su tutti. Per noi ha significato aggregazione, arte, rispetto per il prossimo».

Anche una volta raggiunta la celebrità il rapper non si è mai allontanato dal Leonka, dove soprattutto dopo i primi album, è stato protagonista di molti live, come testimoniano i numerosi video ancora reperibili su YouTube.

Oggi sta preparando un mega show, EM16, in programma il 10 settembre a Fiera Milano Live. Un grande evento con la presenza di molti colleghi, alcuni dei quali hanno condiviso con lui gli anni della formazione, proprio al Leoncavallo.

La riflessione dell’artista si è poi spostata su un piano più politico. «Se ti occupano casa non puoi farci un cazzo ma lo stato può fare questo con un luogo icona per Milano da oltre trent’anni. Non capirò mai la giustizia italiana».

Infine, in una seconda storia, ha aggiunto: «Sicuramente in molti non condivideranno il mio pensiero e lo posso comprendere. D’altronde non si può mica essere sempre d’accordo su tutto. Innegabilmente io sono di parte per via di ciò che ha significato quel luogo per me e per il mio percorso».