Aveva partecipato alla campagna americana a favore di Donald Trump. Ha vinto le elezioni. Ha perso la vita per un arresto cardiaco a 71 anni. Se n’è andato così anche Hulk Hogan, il campionissimo. L’idolo di tanti ragazzi che, negli anni Ottanta, guardavano in tv il wrestling, che all’epoca si chiamava catch. I match erano commentati da Tony Fusaro. La sua voce raccontava i miti. Tiger Musk, Antonio Hinoki, André the Giant, il primo dei sette Black Tiger, Hulk Hogan, appunto. Gli ultimi quattro non ci sono più. Ma il loro ricordo, in chi li ha visti combattere, resterà. Per sempre.