Ripercorrere il passato di Alessandro Fancellu era come leggere la trasposizione ciclistica di “Aspettando Godot”. Così almeno fino a quest’anno. Poi c’è stato un “click” che ha iniziato a cambiare il verso della storia: il passaggio al Team Ukyo. Il comasco ha iniziato a mettersi in mostra, a vincere, in contesti certamente modesti rispetto al massimo livello toccato negli anni della Eolo Kometa come nella toccata e fuga alla Q36.5. Ma all’ultimo Czech Tour, con presenze WorldTour di altissimo livello, Fancellu con il suo terzo posto ha dimostrato di essere finalmente sbocciato, a 25 anni, dimostrando che anche nel ciclismo di oggi che punta tutto sui giovanissimi, saper investire e aspettare paga.

Il lariano ha corso quest’anno 40 giorni, con l’ottimo bilancio di 2 vittorie e 14 top 10

Il lariano ha corso quest’anno 40 giorni, con l’ottimo bilancio di 2 vittorie e 14 top 10

Il podio finale dietro i due talentuosi belgi Lecerf e Uijtdebroeks ha dato a Fancellu una nuova consapevolezza di sé, che si coglie parlandoci e partendo proprio dalla corsa della sua rinascita.

«E’ stata una bella gara. Sapevo che c’era gente importante al via – racconta – formazioni WT al massimo livello. Uijtdebroeks era il favorito numero 1, anche se poi alla fine non ha vinto, ma tutti facevano corsa su di lui. Erano quattro tappe ben disegnate: la prima prevedeva un arrivo in volata con un finale tecnico e dove ci sono stati dei buchi dov’era facile perdere terreno. Poi c’era la seconda e la quarta che erano i due arrivi in salita e la terza che era un’altra tappa di pianura, quindi diciamo che non c’era un attimo di tregua».

La vittoria di Lecerf a Dlouhé Strane con la sagoma rossa di Fancellu, unico a reggere il suo attacco, alle spalle

La vittoria di Lecerf a Dlouhé Strane con la sagoma rossa di Fancellu, unico a reggere il suo attacco, alle spalle

Tu hai concluso al terzo posto. Com’è stata la tua prestazione?

Sono soddisfatto. L’unità vera pecca è stata la seconda tappa, il primo arrivo in salita, dove ho cercato di attaccare ai -5. Me la sentivo, ma è stata una mossa poco furba perché era ancora lunga andare all’arrivo. Quando ho visto che non guadagnavo ho un attimo mollato per avere un po’ di gamba, ma nel finale ho sbagliato a impostare la volata perché avrei dovuto essere davanti alla prima curva, invece mi sono fatto anticipare da Lecerf. Ma sono cose che noti solo dopo, sul momento devi solo decidere.

L’ultimo giorno eravate tre racchiusi in 9 secondi…

Uijtdebroeks ha fatto un attacco davvero forte. Io e Lecerf gli abbiamo risposto, ma ci ha staccato di ruota. Alla fine però ha pagato il suo stesso attacco, all’ultimo chilometro ha perso tanto, gli siamo rientrati e io in volata ho pagato dazio, ma sinceramente non potevo fare più di quello che ho fatto.

Il Team Ukyo sta rilanciando Fancellu come ha fatto con Malucelli, Carboni e altri italiani

Il Team Ukyo sta rilanciando Fancellu come ha fatto con Malucelli, Carboni e altri italiani

Vista la partecipazione anche di squadre del WorldTour, questo terzo posto hai la sensazione che valga anche più della vittoria al Giro del Giappone che hai ottenuto quest’anno?

Sicuramente. Senza nulla togliere alla fine a quella gara perché vincere non è mai facile, ma aver vissuto un confronto testa a testa con corridori che poi sono competitivi anche nelle corse più importanti del WorldTour sicuramente ha un valore superiore. Siamo arrivati sempre assieme, quindi sono stato al loro livello e sono molto soddisfatto di questo.

Come ti trovi nella squadra giapponese? C’è la sensazione che finalmente hai trovato l’ambiente giusto per realizzare quelle speranze che avevi destato nelle categorie giovanili…

Mi trovo bene, alla fine è una squadra più piccola rispetto anche a molte continental europee. Ma ci sono dietro persone hanno vissuto nel ciclismo da anni come Volpi e Boaro e fanno la differenza. Hanno una vera competenza e riescono a fare grandi cose pur con un budget risicato. Sono persone molto molto qualificate e questo aiuta.

Il comasco in trionfo al Giro del Giappone, prima gara a tappe conquistata (foto organizzatori)

Il comasco in trionfo al Giro del Giappone, prima gara a tappe conquistata (foto organizzatori)

Finora in 40 giorni di gara hai due vittorie e ben 14 top 10. Ci sono altri corridori che facevano parte del team giapponese, ad esempio lo scorso anno, che poi hanno trovato posto in formazioni del World Tour. Comincia qualche squadra a bussare alla tua porta?

Non nego che qualche contatto comincia a esserci, vedremo con il procuratore, ma qualcosa si sta muovendo e sicuramente la prestazione della scorsa settimana in Cechia ha aiutato molto. Ora però bisogna continuare, poi si vedrà.

Pensi che questa esperienza ti stia un po’ cambiando, rendendo un po’ più consapevole delle tue possibilità?

Sì, senza dubbio. Sono maturato sia dal punto di vista fisico, ma anche come comportamento, come visione generale del mondo che mi circonda. Ho maggiore consapevolezza di quel che posso fare. Ora il nostro calendario non è ricchissimo, ma qualche bella corsa sicuramente ce l’abbiamo. Spero ad esempio che avremo l’invito alla Bernocchi e all’Agostoni che per me sono corse di casa, si passa dove mi alleno e conto di fare molto bene lì.

Nel team giapponese Fancellu ha trovato una nuova consapevolezza, risvegliando l’interesse di qualche team WT

Nel team giapponese Fancellu ha trovato una nuova consapevolezza, risvegliando l’interesse di qualche team WT

Proprio legandoci al fatto che tanti corridori italiani passano dal Team Ukyo per rilanciarsi in ottica WorldTour, vedi ad esempio Malucelli, lo consiglieresti anche ad altri corridori italiani, anche se è una squadra continental?

Sì, decisamente, penso che sia una buona squadra dove sei seguito con tanta attenzione proprio perché sono pochi i corridori nel roster, Volpi li sceglie con cura perché ci crede e te lo fa vedere. In tante squadre dove l’organico è più ampio si finisce che si viene messi in secondo piano. Cogli la fiducia che viene riposta in ogni corridore e penso che sia una delle cose che poi ti aiuta a tirar fuori il massimo.