«Non sentirti in colpa, non potevi fare nulla per evitare l’impatto. Io mi metto nei tuoi panni, coraggio». Sulla strada c’è una bici rossa accartocciata. L’ambulanza è appena andata via ma senza sirena. Purtroppo non ce n’era bisogno. Perché il cuore di Martin Pattaro, 15 anni, non batteva più. Dall’altra parte c’è un auto ferma con il parabrezza frantumato. Fuori un uomo di 32 anni che si porta le mani al viso. E’ disperato. La sua auto si è trovata sull’esatta traiettoria della bicicletta, e nonostante andasse a velocità moderata e nonostante abbia immediatamente frenato, non ha potuto evitare l’impatto. Le indagini stabiliranno con precisione cosa è andato storto, quali siano le responsabilità e se Martin sia uscito sulle strisce all’improvviso. Ma per il momento c’è un padre che si avvicina all’automobilista come fosse suo figlio. E gli dice parole incredibili. «Siamo tutti sotto choc. Quella strada la percorreva spesso e forse proprio perché era sicuro di conoscerla, ha abbassato la guardia. L’investitore? Abbiamo voluto parlarci: non ce l’abbiamo con lui, sono cose che possono succedere a chiunque». Così il padre di Martin Pattaro cerca di dare una spiegazione alla tragedia.
Il giovane, figlio unico e residente a Trebaseleghe, era arrivato al termine della pista ciclabile Ostiglia, alle strisce pedonali. Forse senza esitare, si era immesso sulla strada dopo una rapida occhiata a destra e a sinistra. Una precauzione che però non era bastata. In quel momento infatti stava arrivando — appena uscita dalla tangenziale — una Ford guidata da un trentunenne di Piombino Dese: l’automobilista si è accorto forse troppo tardi della presenza del ragazzo, provando inutilmente a frenare per evitarlo. L’impatto è stato inevitabile e fortissimo. L’auto lo ha colpito in pieno, mandando in frantumi il parabrezza. La bicicletta è stata scaraventata nel fossato a qualche metro di distanza, mentre il corpo di Martin, sbalzato dalla violenza dell’urto, è finito lungo la strada. Le ferite erano troppo gravi e all’arrivo dei medici del Suem il quindicenne era già morto. Martin Pattaro viveva con i genitori in via Lazzaretto a Trebaseleghe. Era uno studente modello all’istituto Rosselli di Castelfranco Veneto, appassionato di break dance, oltre ai motori e la bici.
Della vicenda si stanno occupando gli agenti della polizia locale che, dopo i rilievi e i test, hanno stabilito che si sia trattato di pochi secondi: se la bici del ragazzo fosse sbucata anche solo un attimo prima dalla pista ciclabile, l’impatto non sarebbe stato probabilmente mortale. «Sul luogo dell’incidente abbiamo incontrato anche l’uomo che ha investito Martin — aggiunge mamma Fabrizia al Corriere del Veneto —. Abbiamo voluto parlarci, per conoscerlo. Si è scusato e ci ha spiegato di non aver visto in tempo la bicicletta. Non abbiamo voluto aggredirlo ma, anzi, dirgli che purtroppo sono cose che possono succedere a chiunque. Eravamo tutti sconvolti, ma non ce l’abbiamo con lui».