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Dopo l’epilogo sfortunato a Cincinnati, Jannik Sinner è pronto a tornare in campo per gli Us Open (il programma): il numero uno al mondo dovrà difendere il titolo dello scorso anno negli States per restare in vetta al ranking ATP. Dopo Cincinnati, dunque, un altro torneo sul cemento americano dove ancora una volta sono attese temperature molto alte. Un problema che è stato evidenziato da molti già a Cincinnati, con numerosi tennisti costretti al ritiro a causa delle alte temperature


APPROFONDIMENTI

Le parole del medico Roberto Burioni su Sinner 

A parlare di questo tema è stato anche il prof. Roberto Burioni, che sulla sua pagina Facebook ha dichiarato: «Tutti siamo rimasti immensamente dispiaciuti, e anche un poco stupiti, dal ritiro di Sinner al torneo di Cincinnati.

Oggi il suo allenatore ci spiega che il ritiro è stato dovuto a un’infezione virale».

«Però possiamo tutti dire che non è stata una cosa grave, perché Sinner è di nuovo in piedi e sta già apparentemente bene. Ma allora come è possibile che una banalissima infezione virale possa mettere KO un atleta giovane, sanissimo e super allenato, tanto da portarlo a ritirarsi da una partita importantissima? La spiegazione arriva dalla virologia. 

Quando il nostro corpo viene infettato da un virus (anche uno di quelli che causano il raffreddore, o una sindrome intestinale di poco conto) mette in atto una serie di meccanismi di difesa.  La molecola più importante in questo processo si chiama interferone, e mette tutte le nostre cellule in uno stato di “allarme” ostacolando con meccanismi aspecifici (ovvero validi per tutti i virus, o quasi) la replicazione dell’agente infettivo. 

Purtroppo però questa potente molecola ha anche altri effetti: tra questi c’è il provocare astenia, dolori muscolari, profonda stanchezza e addirittura una forma transitoria, ma talvolta intensa, di depressione. Uno dei criteri clinici per identificare una infezione virale, come un’influenza, è che il paziente si sente molto peggio di come farebbero immaginare le sue condizioni cliniche: ebbene, è colpa dell’interferone che è in grado di abbattere anche il più possente degli atleti. Un lato positivo è che l’interferone scompare dal sangue in poche ore. Per cui se si è trattato di una infezione virale, sarà perfettamente in forma agli US Open, dove (da supertifoso) gli auguro di ripetere il trionfo dell’anno precedente». 


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