Si infiamma la polemica sul Piano socio sanitario. In attesa che il documento venga discusso in Consiglio regionale, il Pd sferra il suo attacco.
«È un poltronificio – dice Monica Canalis, consigliera regionale Dem – Nel Piano si dichiara che non ci sono risorse aggiuntive per la salute mentale, la non autosufficienza, la disabilità e i consorzi socio assistenziali, ma vengono previsti ben 25 nuovi direttori, ad almeno 100 mila euro l’uno». Due di loro dovrebbero trovare posto nell’Asl di Asti, un direttore socio sanitario e un direttore assistenziale.
«È evidente che si tratta di profili professionali il cui compito è agevolare quell’integrazione socio-sanitaria che deve diventare sempre più stretta e operativa», ribatte l’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi. «Nessun poltronificio- aggiunge Riboldi – ma l’intenzione di rendere più fluido un ambito nel quale le esigenze della popolazione sono in aumento».
Sulla salute mentale Riboldi spiega: «Ho istituito uno specifico settore all’interno della direzione generale dell’assessorato e sarà istituita la consulta per la salute mentale». Infine la stoccata: «Quando il Pd aveva la responsabilità di governo della Regione ha tagliato ben 150 strutture e di fatto ha dato il via al fenomeno delle liste d’attesa che oggi, con grande fatica, stiamo combattendo», conclude l’assessore.
«Il Piano per la qualità dell’aria piemontese è un documento di oltre mille pagine, il Piano socio-sanitario, cioè un settore che muove l’80% delle risorse regionale, è formato da poco più di 200 pagine – interviene il consigliere regionale Fabio Isnardi – dopo essere andato incontro alle sue “esigenze politiche”, mi auguro che ora l’assessore prenda la materia seriamente».
Isnardi sottolinea come l’Asl di Asti non sia mai citata nel documento e, ad esempio, non si conosca ancora nel concreto il reale utilizzo dell’ospedale della Valle Belbo. Nemmeno dell’Hospice, la struttura per il fine-vita di cui da tempo si parla senza arrivare al dunque.
«Ad Asti manca ancora, ci sono sette posti a Nizza Monferrato ma ne servono altri 12 – dice Bartolomeo Marino, già primario del Cardinal Massaia e presidente della Lega italiana contro i tumori – manca un centro diurno per la disabilità, manca un centro Alzheimer, l’arrivo di due nuovi direttori non risolverà questi problemi». Marino prosegue: «La Sanità è fatta da medici e da infermieri e non da amministratori, alle volte al posto di mille direttori può bastare un economo coadiuvato da qualche assistente».
LE REAZIONI
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23 Agosto 2025
Dello stesso avviso Valerio Tomaselli, segretario provinciale del sindacato Anaao: «Stanno facendo un esercito di generali senza soldati, già adesso c’è un direttore generale affiancato da uno stuolo di manager, dal direttore di distretto al direttore delle professioni sanitarie». Secondo il sindacalista invece che semplificare si complica: «Sembra che non si fidino degli attuali direttori e vogliano affiancarli, creando una sorta di “ufficio complicazioni affari semplici”».
Il problema, anche secondo Tomaselli, è la carenza di medici non di manager: «All’Asl ci sono 293 strutturati e ne servirebbero 373 – dice Tomaselli – con 80 medici in più si potrebbe lavorare seriamente sulla diminuzione delle liste d’attesa».
Carenze che hanno portato i professionisti dell’Asl ad accumulare 13 mila ore di ferie non godute, e, ad esempio – stando ai dati comunicati dall’Asl del primo semestre di quest’anno – per fare una tac del rachide si sono attesi 587 giorni.