È stata rifiutata la richiesta di libertà condizionale a entrambi i fratelli Menéndez, che da più di trent’anni si trovano in prigione per l’omicidio dei genitori commesso nel 1989. Il Board of Parole Hearings della California, un organo che valuta se concedere la libertà condizionale alle persone condannate, ha rigettato venerdì la richiesta di Lyle, 57 anni, mentre quella del fratello Erik, 54, era stata rigettata giovedì.
All’epoca il caso dei fratelli Menéndez era stato molto seguito, e in anni recenti è diventato noto soprattutto per via delle serie tv Law & Order True Crime e Monsters: The Lyle and Erik Menéndez Story, uscita su Netflix l’anno scorso.
Nel 1996 i due fratelli erano stati condannati all’ergastolo, senza possibilità di chiedere la libertà condizionale. A maggio di quest’anno però una nuova sentenza li aveva condannati a una pena “dai 50 anni a vita”, che invece prevedeva per loro la possibilità di chiedere la scarcerazione dopo aver scontato almeno 25 anni di carcere (ne hanno scontati 35).
Nel 1989 i fratelli spararono ai genitori mentre la coppia stava guardando la televisione in salotto. La procura disse che lo fecero per ottenere l’eredità a cui avrebbero avuto diritto. Loro ammisero l’omicidio motivandolo col timore che i genitori li avrebbero uccisi per evitare che si scoprisse che il padre, José Menéndez, una persona importante nell’industria musicale, aveva abusato di entrambi per anni, protetto dalla madre. Queste accuse vennero confermate dalla cugina dei fratelli, Diane Vander Molen.
Ci furono due processi separati, uno per ciascuno dei fratelli, ma le giurie non si misero d’accordo. Fu quindi ordinato un nuovo processo per entrambi, in cui tuttavia le testimonianze sui presunti abusi furono molto limitate: i due furono infine condannati per omicidio premeditato nel 1996.